16/08/2012, 00.00
INDIA
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L'Assunzione di Maria e la festa dell'indipendenza dell'India

di Errol Fernandes
I due eventi sono celebrati entrambi il 15 agosto. È urgente "levarsi dal sonno" e affrontare i problemi della società indiana: violenze, infanticidi delle bambine; ecologia... Una riflessione sul Magnificat da parte di p. Errol Fernandes, gesuita, parroco e insegnante a Mumbai.

Mumbai (AsiaNews) - Ieri in tutta l'India si è festeggiato il 65mo anniversario dell'indipendenza del Paese. Nello stesso giorno, la Chiesa cattolica celebra l'Assunzione al Cielo di Maria Vergine.  Presentiamo qui una riflessione sul legame fra questi due avvenimenti, da parte di p. Errol Fernandes, gesuita, professore di Sacra Scrittura al seminario arcidiocesano di Mumbai e parroco della chiesa di san Pietro a Bandra.

 

Quest'oggi [ieri - ndr] celebriamo due eventi significativi e in legame fra di loro. Essi sono l'Assunzione di Nostra Signora e il Guorno dell'Indipendenza. Entrambi sono celebrati nella stessa data, il 15 di agosto.

Il motivo per cui questi due eventi sono correlati è perché entrambi parlano di libertà. L'Indipendenza è la celebrazione della libertà dal dominio straniero verso l'autonomia; l'Assunzione può essere vista come libertà dalla nostra vita incompleta e limitata verso la beatitudine della vita eterna.

I versetti che compongono il testo [della liturgia] del Vangelo di oggi sono conosciuti come il Magnificat, l'inno di lode di Maria.  Esso pare modellato sulla preghiera di Anna, la madre di Samuele (1 Sam 2, 1-10) e contiene molti concetti e frasi dell'Antico Testamento e ci mostra Maria come una donna piuttosto versata nelle Scritture.

Esso ci rivela Dio come un Dio dei poveri. Dio è uno che riscatta i poveri, rovesciando i ricchi e i potenti dai loro posti e innalzando gli umili.

L'inno si può dividere in quattro parti. La prima è una lode a Dio per ciò che ha fatto in Maria e per Maria; la seconda parla del potere, della santità, della misericordia di Dio; la terza mostra Dio che agisce come un grande sovrano che capovolge le condizioni sociali in favore dei poveri e degli oppressi; la quarta parte, la finale, richiama la misericordia di Dio e le sue promesse a Israele.

Questo canto di lode esprime gli effetti della venuta di Dio per il suo popolo. Inizia con una nota di salvezza, mentre Maria riconosce la sua dipendenza da Dio. È la grazia di Dio che l'ha sostenuta e l'ha portata nella posizione in cui lei si trova . Essa non ha fatto nulla da sé, è tutto dono di Dio e così Maria riconosce il suo umile stato, definendosi come la serva del Signore.  Essa sarà chiamata "beata" perché Dio, nella sua misericordia e benevolenza, l'ha innalzata.

Dio ha mostrato misericordia e benevolenza ai poveri manifestando la forza del suo braccio, disperdendo i superbi e rovesciando i potenti. Dall'altra parte, i poveri sono innalzati e gli affamati sono saziati. Dio ricorda non solo quelli del passato, ma anche la generazione presente. Egli è Dio non solo del passato, ma anche del presente dell'oggi.

Nell'inno di lode di Maria è sottolineato che Dio è primariamente Dio dei poveri. In un mondo in cui i ricchi divengono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, ci si può domandare se il Magnificat è un inno che ha ancora senso per i poveri scesi così in basso.

Eppure è importante ricordare che le vie di Dio non sono le nostre e il povero deve, con fiducia, cantare questo canto come la sua canzone. La fiducia con cui Maria canta questo inno pervade l'intera composizione. Ella usa il tempo passato, [ma] per descrivere le azioni future di Dio, facendo comprendere che Dio compirà davvero la Sua volontà e i poveri saranno riscattati.

Per i poveri è importante capire che essi, come Maria, hanno bisogno di continuare a rimanere aperti a tutto quanto Dio vuole fare in loro. Essi devono continuare a riconoscere la loro dipendenza da Dio, compiendo tutto ciò che è richiesto loro, lasciando il resto alle Sue mani, forti e capaci.

Proprio mentre celebriamo questi eventi, dovremmo porci delle serie domande come indiani e cristiani. Siamo davvero liberi quando nell'Assam una donna viene stuprata e umiliata in pubblico? Siamo davvero liberi quando rappresentanti governativi rimangono a lato a guardare o addirittura a partecipare a questi atti vili? Siamo davvero liberi quando l'infanticidio femminile è così alto nel nostro Paese, quando in molte zone le bambine sono viste come uno svantaggio e un peso piuttosto che una benedizione? Siamo davvero liberi quando siamo intenti a distruggere le nostre risorse naturali per fini egoistici e poi domandarci se avremo abbastanza pioggia per l'intero anno?

Possiamo chiamarci cristiani se non facciamo nulla per queste atrocità e continuiamo le nostre vite come se tutto ciò non ci riguardasse? Siamo davvero liberi? Siamo davvero cristiani?

Celebriamo il Giorno dell'Indipendenza e l'Assunzione della nostra Madre benedetta con una chiamata al risveglio, levandoci dal nostro sonno e facendo qualcosa di tangibile per aggiustare ciò che è sbagliato.

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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