08/03/2018, 10.29
EGITTO
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L’Egitto 'regolarizza' 53 chiese costruite abusivamente

di Loula Lahham

Erano considerate ‘irregolari’ perché costruite senza permesso. La legge del 1934 impediva la costruzione di edifici cristiani. Con la nuova legge del 2016, i governatori egiziani devono giustificare il rifiuto.  Secondo una Ong locale le tre Chiese principali d’Egitto (ortodossa, evangelica e cattolica) avevano sottoposto al governo egiziano una lista comprendente 3730 domande di regolamentazione.

Il Cairo (AsiaNews) – Il pastore Réfaat Fathi, segretario generale del Consiglio delle Chiese d’Egitto, ha dichiarato all’inizio della settimana che la messa in atto della legge sulla regolarizzazione dello statuto delle chiese in Egitto sarà un passo molto importante “perché ogni cittadino possa aver riconosciuto il suo diritto e agire alla luce di esso”. E ha proseguito: “Abbiamo ottenuto l’autorizzazione del comitato ministeriale, presieduto dal primo ministro stesso, incaricato di regolarizzare lo statuto giuridico delle chiese e degli edifici costruiti senza i permessi per regolarizzare 53 edifici cristiani”.

Di fatti, la legge n.80 sulla costruzione e il restauro delle chiese e degli edifici religiosi è stata approvata dal Parlamento egiziano nell’agosto del 2016, e un primo gruppo di 53 chiese ed edifici cristiani distribuiti in un gran numero di città e villaggi egiziani posseggono ora dei documenti e uno statuto legale. “So che lo Stato è serio nella volontà di trovare soluzione all’attuale crisi, e la presidenza della Repubblica ha dimostrato che tiene davvero a risolvere tutti i problemi concernenti la costruzione e il restauro delle chiese”. D’altra parte, il pastore Fathi ha aggiunto che anche se ci sono molti problemi a cui si comincia a trovare delle soluzioni, esistono ancora diversi governatori che continuano ad agire in base alla vecchia legge sulle chiese, quella del 1934, poiché la regolamentazione esecutiva della nuova norma del 2016 sfortunatamente non esiste ancora.

Da parte sua, il governo egiziano aveva dichiarato che a seguito di una riunione ministeriale, che ha avuto luogo lo scorso febbraio, in presenza dei ministri dell’Edilizia abitativa, degli Interni, della Giustizia e degli Affari parlamentari, dello Sviluppo locale, e della Solidarietà sociale, 53 chiese hanno potuto sistemare il loro statuto giuridico. Alla fine di questa riunione, il portavoce del Consiglio dei ministri, Achraf Sultan, ha dichiarato a un canale televisivo che la regolarizzazione di queste chiese riflette le intenzioni dello Stato a mettere in pratica il principio di cittadinanza di tutti gli egiziani.

Si noti che queste chiese ed edifici religiosi cristiani, che ospitano attività ecclesiastiche, caritatevoli e sociali, erano stati edificati in violazione delle norme di costruzione in vigore. Inoltre, come è il caso di migliaia di costruzioni erette su terreni appartenenti allo Stato o agricoli, essi sono stati trasformati in edifici a scopo non residenziale, al fine di integrarvi le infrastrutture di base (elettricità, acqua e sanitari), dopo aver rimborsato allo Stato il valore dei terreni sui quali avevano edificato le costruzioni.

Un attivista egiziano, Samuel Tadros, aveva scritto sul proprio profilo Twitter che le autorità egiziane avevano ricevuto 3730 domande di regolarizzazione di chiese ed edifici cristiani, distribuiti nei governatorati egiziani, che sono 27. La stessa cifra è stata confermata anche da una Ong locale, l’Iniziativa egiziana per i diritti della persona, secondo la quale le tre Chiese principali d’Egitto (ortodossa, evangelica e cattolica) avevano sottoposto al governo egiziano, tre mesi prima, una lista comprendente 3730 domande di regolamentazione di chiese e di case di servizio non autorizzate. Altre Ong locali sostengono che le complessità amministrative e di sicurezza della costruzione delle chiese in Egitto contribuiscono di quando in quando all’escalation delle tensioni settare nel Paese, causate soprattutto da gruppi fondamentalisti islamici contro i cristiani, di tutte le confessioni, cosa che le autorità non commentano. Queste violenze hanno in genere luogo nelle zone rurali e in particolare nell’alto Egitto.

Secondo la disposizione della legge sulla costruzione e il restauro delle chiese, adottata dal Cairo nell’agosto del 2016, “il governatore competente è tenuto a deliberare sulla domanda in questione dopo essersi accertato che tutte le condizioni richieste dalla legge siano soddisfatte. La decisione di rifiuto deve essere motivata". Si noti che la vecchia legge risale al 1934. Essa ha impedito la costruzione di nuove chiese vicino a scuole, canali d'acqua, edifici governativi, ferrovie e aree residenziali. In molti casi, la rigida applicazione di queste regole ha impedito non solo la costruzione di chiese in città e villaggi abitati da cristiani, ma anche il loro restauro o modernizzazione.

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