20/12/2012, 00.00
ISRAELE-PALESTINA
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L'Onu critica Israele per le nuove colonie a Gerusalemme est e nella West Bank

di Joshua Lapide
Decisa la condanna dei membri Ue. Gli Stati Uniti bloccano una risoluzione del Consiglio di sicurezza, ma criticano la politica israeliana di Netanyahu. I progetti delle nuove costruzioni a Givat Hamatos e Ramat Shlomo separano Gerusalemme est dal resto dei territori. Una nuova autostrada a Beit Safafa taglia in due il villaggio palestinese a vantaggio dei coloni israeliani di Gush Etzion. La Palestina potrebbe chiedere giustizia al tribunale internazionale dell'Aia.

Gerusalemme (AsiaNews) - Tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, meno gli Stati Uniti, accusano Israele di minare i passi della pace con le ultime decisioni di voler costruire altre colonie nei territori palestinesi occupati. Negli ultimi giorni Israele ha varato piani per la costruzione di 2610 case a Givat Hamatos; altre 1500 a Ramat Shlomo; un'autostrada che taglia in due la zona di Beit Safafa.

I quattro membri europei del Consiglio di sicurezza - Francia, Germania, Gran Bretagna e Portogallo - hanno diffuso una dichiarazione in cui si dicono "estremamente preoccupati" per la nuova ondata di costruzioni decisa dal governo israeliano.

Fonti di AsiaNews a Tel Aviv affermano che è solo grazie all'appoggio degli Stati Uniti che l'organismo Onu non ha potuto produrre una risoluzione di condanna per Israele, ma il dipartimento di Stato Usa ha accusato Israele di percorrere "un sentiero di provocazioni" che crea "ulteriori rischi" alla pace.

"La sistematica espansione degli insediamenti - afferma la dichiarazione Ue - minaccia la possibilità della soluzione per due Stati". "Per la legge internazionale le colonie sono illegali e nocive ad ogni sforzo internazionale per far ripartire i negoziati di pace e garantire la soluzione dei due Stati".

Ron Prosor, ambasciatore israeliano all'Onu ha espresso la sua ira verso il Consiglio di sicurezza che invece di preoccuparsi dei massacri in atto in Siria [anche contro i palestinesi], continua a prendersela con Israele.

La decisione israeliana di proseguire con l'espansione degli insediamenti illegali è una ritorsione voluta dal governo di Benjamin Netanyahu dopo il riconoscimento della Palestina come Stato non membro e osservatore all'Assemblea Onu.

La nuova valanga di insediamenti, oltre che impossessarsi di terreni palestinesi, rende ancora più difficile l'edificazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme est quale sua capitale perché interrompe la continuità territoriale fra la città e il resto dei territori.

Il progetto di 2600 case a Givat Hamatos, vicino a Gerusalemme est, è stato approvato ieri. Un altro progetto per costruire 900 nuove case nella stessa area è stato rimandato. Ma solo due giorni prima è stato approvato un altro piano per la costruzione di 1500 case a Ramat Shlomo, sempre vicino a Gerusalemme est. Due settimane fa Israele aveva espresso l'intenzione di edificare 3mila nuove residenze a Gerusalemme est e nella West Bank.

Il municipio di Gerusalemme sta anche costruendo un'autostrada che passa attraverso Beit Safafa, nel sud della città (appartenente a Gerusalemme est), che taglia in due l'area. La strada passa a pochi metri dalle case dei palestinesi e li separa dalla moschea, dai negozi, dagli asili che fino adesso distavano pochi minuti dalle case. Con la nuova strada ci vorrà molto più tempo - con altre strade, sottopassaggi e ponti - per raggiungere l'altro lato del villaggio.

La nuova strada porterà dei vantaggi solo ai coloni israeliani nella West Bank, soprattutto quelli di Gush Etzion, che potranno arrivare diritti a Gerusalemme o verso Tel Aviv senza alcun ostacolo.

Nel 2010 i dialoghi bilaterali fra Israele e Palestina si sono interrotti proprio a causa del non avvenuto congelamento degli insediamenti illegali. Ora che la Palestina è stata riconosciuta dall'Onu, è possibile che il suo governo si rivolga al tribunale internazionale dell'Aia per chiedere giustizia.

Nei territori occupati d Israele nel 1967, vi sono attualmente almeno 500mila coloni distribuiti in oltre 100 insediamenti illegali.

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