20/11/2007, 00.00
ASEAN
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La Carta comune dell'Asean, il trionfo delle “modeste aspettative”

Volta a conferire maggiore potere sulla scena internazionale al blocco dei paesi del sud-est asiatico, la mini-costituzione ne mina già in partenza la credibilità: previsto un organismo che monitori i diritti umani, ma i Paesi violatori – come il Myanmar - non possono essere puniti. Ribadito il principio di “non-interferenza negli affari interni” dei singoli membri.
Singapore (AsiaNews) – Il trionfo delle “modeste aspettative”. Così analisti dell’Asia hanno commentato la firma ieri dei leader dell’ Associazione dei Paesi del Sud-Est Asiatico (Asean) alla nuova Carta comune, che oltre a creare le basi per un’area di libero commercio, dovrebbe conferire anche maggior credibilità al gruppo asiatico sulla scena internazionale. Ma le premesse sembrano già minare gli intenti. Uno dei punti principali di quella che si può definire una mini-costituzione, è l’istituzione di un organismo regionale per i diritti umani. A favore della Carta ha votato anche il Myanmar, noto per violare sistematicamente libertà e diritti fondamentali.
 
Aspetti positivi
La Carta, che ora dovrà essere ratificato dai singoli governi dei Paesi membri, in teoria mette fine a 40 anni in cui l’Asean è stato semplicemente un “salotto”; conferisce all’Associazione, creata in piena Guerra fredda, un quadro istituzionale e le garantisce l'abilitazione a firmare trattati internazionali. Il documento prevede norme comuni per regolare i negoziati commerciali, gli investimenti, l’ambiente e altri settori. Mira a trasformare il sud-est asiatico in un mercato con libera circolazione di beni, capitali e servizi.
La Carta comune si esprime anche contro le armi nucleari nella regione, vieta tutte le armi di distruzione di massa e rifiuta ogni cambio di regime contro la Costituzione. Entrerà in vigore 30 giorni dopo la ratifica da parte di tutti i membri.
 
Aspetti negativi
Greg Torode, del South China Morning Post, nota che i 10 Paesi membri sono molto differenti tra loro: vi è il più grande Paese musulmano al mondo (Indonesia); un regime militare (Myanmar); due degli ultimi Stati comunisti al mondo (Vietnam e Laos); e due monarchie, una assoluta (Brunei) e una costituzionale (Thailandia). Oltre a Malaysia, Filippine, Singapore e Cambogia. Se da una parte questo può essere una ricchezza, dall’altra continuerà a paralizzare le iniziative del gruppo. Le decisioni, infatti, continueranno ad essere prese per consenso dei membri, piuttosto che per votazione. Riconfermato anche il principio di non interferenza nelle “questioni interne” dei singoli membri. Motivazione portata di recente per giustificare le blande posizioni dell’Asean verso la crisi birmana.
Nella Carta i membri si impegnano a "promuovere e proteggere i diritti dell'Uomo e le libertà fondamentali". Ma tutte le misure coercitive che prevedevano la sospensione o sanzioni verso un membro 'recalcitrante', previste in un primo tempo, sono state depennate dopo le pressioni esercitate dalla ex Birmania. Inoltre
 
Il vertice Asean termina domani e nello stesso giorno si aprirà quello dell'Asia dell'Est a cui parteciperanno i 10 paesi Asean e i loro 6 partner speciali (Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda).
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