20/10/2007, 00.00
PAKISTAN
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La Chiesa pakistana condanna gli attentati suicidi contro il corteo della Bhutto

di Qaiser Felix
La solidarietà ai parenti delle vittime e l’invito ai cittadini di qualsiasi religione e casta a lavorare per la pace. La Bhutto: conosco i nomi dei responsabili. Un altro attentato e morti oggi nel Balochistan.

Lahore (AsiaNews) – Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della conferenza episcopale pakistana, condanna con forza gli attacchi suicidi contro il corteo di benvenuto alla Bhutto a Karachi, chiede una rapida ed equa indagine sull’attentato e sollecita la popolazione di ogni fede a lavorare per la pace e l’armonia del Paese. “Condanniamo con fermezza – ha detto ieri in una dichiarazione stampa congiunta con Peter Jacob,  segretario esecutivo della Commissione nazionale giustizia e pace, di cui mons. Saldanha è presidente – la perdita di queste vite innocenti ed esprimiamo solidarietà e condoglianze alle loro famiglie”. “Consideriamo gli omicidi di Karachi un atto di estrema vigliaccheria e terrorismo e domandiamo al governo di garantire la sicurezza delle vite dei cittadini. Chiediamo anche una sollecita ed equa indagine sul tragico attentato e un’azione decisa contro i colpevoli. Chiamiamo inoltre tutti i cittadini, di ogni religione, casta e credo, a lavorare per la pace e l’armonia del Paese”.

Benazir Bhutto, presidente del Partito del popolo pakistano, ieri ha invitato l’intera popolazione a proseguire la lotta per la democrazia, nel cordoglio per le perdite umane causate dagli attacchi suicidi contro il suo seguito la notte del 18 ottobre, quando è tornata nel Paese dopo 8 anni di esilio. L’attentato, avvenuto quando il corteo era a Shahra-e-Faisal vicino Karsaz, ha causato almeno 139 morti, tra cui 3 poliziotti, e oltre 550 feriti.

In una conferenza stampa a Bilawal House (sua residenza a Karachi) la Bhutto, con un bracciale nero al braccio in segno di lutto per le vittime, ha detto che è stato un attacco alla democrazia e all’unità e integrità dell’intero Pakistan. Ha aggiunto che 3 persone sono responsabili per l’attentato e che deciderà con i propri legali se rivelare i nomi. Ha confermato che vuole vivere nel Paese, nonostante le minaccie di morte, e che prevede di recarsi all’estero “per tenere conferenze e vedere i figli”.

Secondo i media, le autorità ritengono possibile che l’attentato suicida sia opera di Al Qaeda, anche se è ancora in corso l’esame del corpo del probabile attentatore per identificarlo e la polizia parla di indagini contro “terroristi non identificati”. Ma ieri il comandante talebano Baitullah Mehsud ha negato qualsiasi coinvolgimento, chiamando l’agenzia Reuters con telefono satellitare da un luogo ignoto. Alcuni analisti puntano il dto contro personalità dei servizi segreti ancora legati all'ex presidente Zia-ul-haq.

Ieri a Karachi c’è stata un’atmosfera di lutto ma anche di ira. Molte ordinarie attività si sono fermate, ma in molte zone gruppi di dimostranti sono scesi in piazza e hanno incendiato veicoli. Si sono scontrati con la polizia, dando fuoco a pneumatici e lanciando pietre e hanno incendiato almeno 3 motociclette e un ufficio della polizia.

Sempre ieri il primo ministro Shaukat Aziz ha chiarito che le elezioni parlamentari saranno tenute come previsto, smentendo le voci di un rinvio per la difficile situazione del Paese. Dopo il 15 novembre, al termine del mandato del parlamento, sarà costituito un governo temporaneo per svolgere elezioni trasparenti.

Oggi una bomba è esplosa tra la gente a Dera Bugti, nel Balochistan, causando almeno 7 morti e 6 feriti. Nella provincia è in corso da 5 anni una guerra per ottenere maggiore autonomia. La polizia esclude collegamenti con l’attentato di Karachi.

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