14/12/2010, 00.00
VATICANO - CINA
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La Cina, il Nobel, i vescovi e il Vaticano: chi ha vinto, chi ha perso

di Card. Joseph Zen Zekiun, sdb
Le resistenze al Nobel per Liu Xiaobo, l’Assemblea patriottica dei rappresentanti cattolici, celebrati come una vittoria, sono un’umiliazione per la Cina, grande potenza economica che ignora in modo vergognoso i diritti umani. Ma anche la partecipazione di vescovi e preti ad un gesto contro il papa è una sconfitta per il Vaticano e per la Chiesa. Un’appassionata analisi del vescovo emerito di Hong Kong
Hong Kong (AsiaNews) - La sedia vuota sul palco dell’aula municipale di Oslo mi fa ricordare le due sedie vuote nell’aula sinodale, quando nel 1998, per la prima volta, ho partecipato al Sinodo dei Vescovi: una era per il Vescovo Duan Ying Ming di Wan Xian, l’altra per il suo Vescovo Coadiutore. Ancora per il Sinodo di due anni fa, una rappresentanza dalla Cina non è stata possibile, perché qualcuno ha insistito di includere nel gruppo un vescovo illegittimo.
 
Nel Sinodo del 1998 avevo detto: “In Cina non c’è vera libertà religiosa.” Purtroppo, il mese scorso al Concistoro del 19 novembre ho dovuto dare la stessa brutta notizia ai miei fratelli Cardinali: “In Cina non c’è ancora la libertà religiosa.”
 
L’Ottava Assemblea dei Rappresentanti dei Cattolici Cinesi è “vittoriosamente” riuscita, come è vittoriosamente riuscito l’impedire a Liu Xiaobo di andare a ricevere il Premio Nobel per la Pace. I nostri dirigenti sono veramente fieri di simili “vittorie”? Il fatto che la Cina è diventata una potenza economica, permette loro di poter ignorare così vergognosamente i diritti umani? Coloro che si inchinano a voi per interessi di affari, vi rispettano nel loro cuore? Svegliatevi! Per favore, salvate un po’ la dignità della nostra grande nazione, famosa per la sua antica civiltà ed il suo raffinato galateo.
 
Il Papa, nella sua Lettera alla Chiesa in Cina del 2007, ha pacatamente spiegato la natura della Chiesa Cattolica, che è poi riconosciuta da tutte le nazioni civilizzate del mondo (vedi Lettera del Papa, Capitolo 9, Paragrafo 3). La Chiesa Cattolica è fondata da Gesù sugli Apostoli con a capo San Pietro e oggi deve essere guidata dal Papa, Successore di Pietro, e dai Vescovi Successori degli Apostoli. Perciò, la cosiddetta guida democratica di questa Chiesa attraverso una Assemblea che si mette sopra i vescovi è contraria alla natura della Chiesa (vedi Lettera del Papa, Capitolo 7, Paragrafi 1, 3, 5. 6, 7).
 
Anche qualche accademico in Cina è del parere che è tempo di correggere questo peculiare sistema di Chiesa cinese così anomalo nel complesso della Chiesa Universale, affinché possa avere quelle caratteristiche che gode la Chiesa Universale (vedere la relazione annuale sulle religioni dell’anno 2010 dell’Accademia di Scienze Sociali in Cina).
 
È incomprensibile come il Governo centrale abbia lasciato accadere ciò che non avrebbe dovuto più accadere. Questo atto distruttivo può solo creare un impasse e così lasciare quelli con vantaggi acquisiti a continuare a goderli. La polizia, che dovrebbe difendere la incolumità del popolo, ha usato violenza per menomare la libertà religiosa e la libertà personale. Questa è una vergogna per la nostra patria. Questo stile fascista e queste maniere da briganti vanno diametralmente contro la dichiarata politica di una società armoniosa. Dunque è stata una sconfitta per il Governo.
 
Non è stata anche una sconfitta per la Chiesa quando tanti vescovi, preti, suore e fedeli hanno preso parte alla Assemblea? Non possiamo dire di no. Noi non siamo come quel minutante della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli né come il Padre Jeroom Heyndrickx che, anche dopo l’episodio di Chengde, dicono ancora che quei vescovi che hanno preso parte alla ordinazione illegittima sono eroi, sono vincitori.
 
Naturalmente tutti sappiamo che c’è stata enorme pressione. Ma il fatto è che la Lettera del Papa non è stata rispettata. Il Comunicato della Commissione per la Chiesa in Cina non è stato tenuto nel debito conto. Dove è andata a finire la forza della fede? Il Santo Padre ha più volte detto che bisogna essere pronti ad accettare la provvisoria totale sconfitta, per mantenere senza compromessi la fede. Le sofferenze accettate per la fede porteranno alla vera vittoria. Queste parole del Santo Padre sono state dimenticate?
 
Il 1° dicembre, cioè, dopo i fatti di Chengde e prima dell’Assemblea, durante l’Angelus il Papa ha detto che dobbiamo pregare la Madonna Ausiliatrice... che sostenga i vescovi in Cina, perché coraggiosamente testimonino la fede e che mettano la loro speranza nel Salvatore che aspettiamo.
 
Il “Salvatore che aspettiamo” non sembra riferirsi solo al Natale di quest’anno, ma anche a quando il Salvatore verrà sulle nubi del cielo a giudicare il genere umano. Però forse i nostri vescovi e preti non hanno avuto la possibilità di udire queste parole...
 
A questo punto quel minutante della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ed il Padre Heyndrickx mi diranno: “Tu, seduto comodamente sulla tua poltrona, ti permetti di arzigogolare sul conto di questi tuoi fratelli.” No, non è vero. Io mi sento di rappresentare innumerevoli preti e fedeli in Cina, sia della comunità ufficiale come della comunità clandestina, i quali sono scioccati, addolorati e smarriti. Si domandano: “Che cosa è diventata la nostra Chiesa?”
 
C’è un fratello che si esprime così sull’Internet: “Padre Heyndrickx, noi non siamo vincitori. Siamo sofferenti. Tieni per te stesso i tuoi bei desideri. Io, quale prete in prima linea, trovo dolore dappertutto. I tuoi desideri sono costruiti su noi preti addolorati. E più grandi sono i tuoi desideri, più grandi sono i nostri dolori. Proprio così.”
 
Nella presente situazione in cui la polizia sfoga la sua forza malvagia e le notizie sono ermeticamente chiuse, non so quando la Santa Sede potrà aver epurata la verità e pronunciare un giudizio. Possiamo solo pregare che il Signore dia saggezza. Però, per carità, non si faccia come si è fatto per il caso dell’installazione del Vescovo Francesco An Shu Xin di Baoding, su cui ancora non è stato detto niente.
 
Nel libro del Papa intitolato Luce del mondo, pubblicato il 23 novembre, c’è un passo che ci può aiutare nella nostra riflessione. Quando il giornalista domanda al Santo Padre: “Quando... ci si immerge... nella storia, non si ha una sensazione di turbamento e di tristezza al pensiero di quanto e quanto spesso la Chiesa ha deviato dalla strada maestra, indicatale dal Figlio di Dio?” Il Papa risponde: “Proprio in questo tempo segnato dagli scandali, abbiamo fatto esperienza di questa sensazione di tristezza e dolore, di quanto misera sia la Chiesa e di quanto falliscano i suoi membri nella sequela di Gesù Cristo. La prima cosa è che di questo dobbiamo fare esperienza, per la nostra mortificazione, per la nostra autentica umiltà. La seconda è che Egli, nonostante questo, non abbandona la Chiesa. Che Egli, nonostante la debolezza degli uomini nella quale essa si mostra, suscita in lei i santi ed è presente per mezzo di loro.”
 
Nel mistero del Corpo Mistico prendiamo insieme il peso della sconfitta, forse dobbiamo riconoscere di non aver sostenuto sufficientemente con la preghiera i nostri fratelli e sorelle in così gravi difficoltà. Allora, facciamo penitenza insieme a loro!
 
Signore, vieni e non tardare!
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