15/04/2008, 00.00
CINA
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La Cina inquina più degli Usa, ma per le Olimpiadi "pulirà" l'aria di Pechino

Secondo uno studio dell’Università di California, il suo inquinamento è sottostimato e rischia di neutralizzare, da solo, le misure di salvaguardia previste per tutti i Paesi industrializzati. Per migliorare l’aria della capitale saranno chiuse le fabbriche, ma il Cio minaccia di annullare gare.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina forse già “produce” più anidride carbonica e gas serra degli Stati Uniti. Pechino, nel tentativo di “pulire” l’aria per le Olimpiadi, a luglio chiuderà le fabbriche della zona.

Uno studio dell’Università della California dimostra che l’inquinamento del Paese è stato molto sottostimato e ammonisce che Pechino, se non controllerà la propria politica energetica, presto produrrà più gas serra della riduzione chiesta a tutti i Paesi industrializzati dal protocollo di Kyoto. Seppure l’analisi non è certa, in quanto basata su dati del 2004, dimostra come i precedenti studi indichino un inquinamento molto inferiore al reale e ripropone il problema della contaminazione ambientale nei Paesi in via sviluppo.

Questi, sostenuti dalle Nazioni Unite, chiedono di essere esentati dai limiti chiesti ai Paesi industrializzati, osservando che lottano per uscire dalla povertà e chiedono di essere aiutati a sviluppare l’uso di energie non inquinanti. Pechino osserva che l’emissione inquinante pro capite degli Usa è tuttora 5 o 6 volte maggiore della propria. Ma esperti osservano che la lotta deve essere globale e che l’inquinamento della Cina è pari e maggiore dei Paesi industrializzati, senza tuttavia avvicinarne il reddito pro capite.

Intanto a pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi è ancora troppo inquinata l’aria di Pechino. Ieri Du Shaozhong, vicedirettore dell’Ufficio municipale per la protezione ambientale, ha annunciato la chiusura, dal 20 luglio al 20 settembre (3 giorni dopo la fine delle paraolimpiadi, i Giochi per disabili), di 19 grandi impianti e cantieri nell’area cittadina, come pure di molti altri nelle circostanti province di Hebei, Shanxi, Shandong, Mongolia interna e nella città di Tianjin. Inoltre gli impianti alimentati a carbone dovranno “ridurre le emissioni di almeno il 30% e uniformarsi ai livelli nazionali”, pena l’immediata chiusura. Sono previsti divieti di circolazione per i 3 milioni di autoveicoli privati, anche se non sono ancora specificati.

Il caldo afoso e l’umidità di agosto rischiano di aumentare la cappa di aria inquinata sulla città e Du prevede che, “in caso di condizioni meteorologiche particolarmente negative”, sarà ordinata la chiusura di molti altri impianti.

Non si parla però di dati e Du non ammette osservazioni sul poco tempo rimasto. Risponde che a Pechino l’aria diventa più pulita ogni giorno. Anche se ieri la città era sotto una cappa di smog durante un giorno caldo, nonostante i 140 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di euro) investiti in 10 anni. Il Comitato olimpico internazionale ripete che cancellerà alcune gare di resistenza se ad agosto la situazione sarà quella attuale. (PB)

 

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