12/07/2006, 00.00
UE – CINA – VATICANO
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La Commissione Affari esteri della UE condanna la Cina su diritti umani e religiosi

La relazione sui rapporti fra Pechino e UE chiede l'abolizione della pena di morte e del laogai, difende la libertà religiosa delle comunità sotterranee e consiglia Pechino di non fare più ordinazioni episcopali. Un emendamento chiede anche di non oscurare siti internet, fra cui AsiaNews.

Bruxelles (AsiaNews) – La Commissione Affari esteri del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una relazione sui rapporti fra UE e Cina in cui si chiede a Pechino maggior rispetto dei diritti umani, della libertà religiosa e della libertà di informazione. Fra l'altro si chiede alla Cina di porre fine alle "ordinazioni di stato dei vescovi" e di togliere la censura alla stampa e a siti internet, fra i quali si cita anche AsiaNews.it.

La relazione, nata per iniziativa dell'olandese Bastian Belder, è una serie di considerazioni e richieste a Pechino in campo economico, sociale e religioso per rendere più vero "il partenariato" fra UE e Cina che dura da 30 anni e che dovrebbe basarsi su "credibilità, stabilità, responsabilità". In questi ultimi anni - dopo l'allargamento - la UE è divenuta il primo partner commerciale di Pechino, superando il Giappone; a sua volta, la Cina è divenuta il secondo partner commerciale dell'UE, seconda solo agli Stati Uniti.

La relazione analizza diversi settori di interesse della comunità europea: il commercio internazionale, i problemi dell'inquinamento e dell'ambiente; la (poca) libertà dei mercati cinesi; il mancato rispetto dei copyright mondiali da parte di Pechino; le tensioni internazionali con Taiwan e con la Corea del Nord.

Di grande importanza sono alcuni punti della relazione sui diritti umani, temi per i quali l'UE è famosa per averne spesso taciuto. In una serie di emendamenti accettati oggi, si domanda alla Cina di eliminare il sistema del laogai (della rieducazione attraverso il lavoro); si condanna la tortura e l'internamento negli ospedali psichiatrici verso i dissidenti e monaci tibetani; si chiede attenzione verso le rivolte sociali e si domanda l'abolizione della pena di morte.

Su pressione di alcuni deputati cattolici quali l'on. Antonio Tajani e Mario Mauro, la relazione ha anche accettato a maggioranza alcuni emendamenti legati più strettamente alla libertà religiosa: cancellare le differenze fra chiese "ufficiali" e "non ufficiali"; salvaguardare la "laicità" dello stato cinese, frenando l'intromissione del governo in questioni religiosi. A questo proposito – riferendosi alle ordinazioni episcopali illecite avvenute mesi fa, e criticate con forza dalla Santa Sede – si dice alla Cina che essa non ha alcun diritto a procedere alla nomine di gerarchie ecclesiastiche.

Sulla libertà di informazione, l'UE denuncia la crescente mancanza di libertà della stampa e i sistemi di censura di internet. A questo proposito, la UE ricorda in particolare il sito AsiaNews.it, definito "un'eccellente fonte di informazione" e chiede che esso non venga oscurato.

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