22/08/2014, 00.00
INDONESIA
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La Corte costituzionale respinge il ricorso, Widodo è presidente. Analisti e società civile soddisfatti

di Mathias Hariyadi
I supremi giudici ieri hanno rigettato le accuse di brogli e frodi, confermando il risultato delle elezioni del 9 luglio. Una sentenza basata sul diritto e non politica. Politologo a Jakarta: scelta del popolo, che voleva Jokowi “con forza”. Espressione di democrazia “limpida e giusta”. Ora si attende la formazione del governo.

Jakarta (AsiaNews) - Le elezioni presidenziali del luglio scorso "rappresentano ciò che la gente davvero pensava e voleva" in merito alla leadership nazionale e la vittoria è andata a Jokowi perché "il popolo lo voleva con forza"; ora il Paese deve concentrarsi sulle "grandi sfide" che lo aspettano, per "rendere le cose migliori in futuro". È quanto sottolinea ad AsiaNews J. Kristiadi, politologo ed esperto del prestigioso Center for International and Strategic Studies (Csis) a Jakarta; egli è soddisfatto della decisione della Corte costituzionale (Mk) che ieri, al termine di una lunga camera di consiglio, ha respinto le accuse di brogli e irregolarità nelle operazioni di voto promosse dallo sfidante Prabowo Subianto. I supremi giudici hanno confermato la vittoria alle presidenziali del 9 luglio scorso dell'ormai ex governatore di Jakarta, Joko "Jokowi" Widodo, astro nascente della politica locale che, in pochi anni, da sindaco di una cittadina di provincia ha conquistato la poltrona più importante del Paese. 

Leggendo il verdetto finale, il presidente della Corte costituzionale Hamdan Zoelva ha sottolineato che tutte le rivendicazioni della coalizione di Subianto sono "vaghe e prive di fondamento"; egli ha inoltre precisato che la corte, composta da nove giudici, si è basata solo "sul diritto" e non ha voluto tracciare "direttive politiche" con la sentenza.

Per tutta la giornata di ieri la polizia ha presidiato le vie della capitale, le istituzioni e i palazzi del potere, nel timore di rappresaglie dei simpatizzanti dell'ex generale in caso di verdetto negativo. I fedelissimi di Subianto hanno accolto con delusione la notizia; avvolti nelle bandiere bianche e rosse - colori del partito e dell'Indonesia - essi dicono però di voler accettare la decisione della Corte, pur aggiungendo che essa "non rende giustizia e non riflette i veri valori in campo in Indonesia". Tantowi Yahya, ex star tv ora dedito alla politica, portavoce dei sostenitori di Subianto, non risparmia accuse ai supremi giudici, che non avrebbero considerato gli elementi presentati, e annuncia una dura opposizione alla leadership di Jokowi. 

Se la coalizione di Subianto critica la sentenza, la maggioranza del Paese - assieme a intellettuali ed esperti di politica indonesiana - accoglie con favore la conferma alla presidenza dell'ex governatore di Jakarta. Kristiadi ricorda che la campagna elettorale e le operazioni di voto si sono svolge con regolarità, senza incidenti, dando prova di una maturità. "Il successo [di Jokowi] non è frutto di frode o voto di scambio - aggiunge il politologo - ma è il risultato di una democrazia limpida e giusta". 

Nella nazione musulmana più popolosa al mondo, le ultime elezioni hanno confermato che gli elementi fondanti dello Stato sono "la democrazia e il diritto". Quello che possiamo imparare da queste ultime vicende, aggiunge il ricercatore di Csis, è che la moderna società civile indonesiana "ha mostrato di non farsi manipolare da partiti o movimenti, con lo scopo di alimentare le tensioni confessionali fra la gente". Il voto ha saputo preservare i valori dell'unità nella diversità, del multiculturalismo, della pluralità religiosa, che sono le basi della moderna Indonesia. Una valutazione condivisa, nelle ultime ore, da molti esperti e analisti. Ora il prossimo passo è la formazione di un governo "credibile", al servizio del Paese. 

 

 

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