11/01/2016, 00.00
MEDIO ORIENTE
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La Lega araba condanna l’Iran per l’assalto all’ambasciata saudita

Ieri vertice di emergenza chiesto da Riyadh. La maggior parte dei Paesi membri ha votato a favore della condanna, con l’eccezione di Libano e Siria (sospesa dal gruppo). Allo studio eventuali rappresaglie per il futuro. Teheran respinge le accuse e ribadisce: "Nessun coinvolgimento nelle violenze".

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - I vertici della Lega araba, riuniti ieri al Cairo, hanno condannato i recenti attacchi contro le missioni diplomatiche saudite in Iran, innescati dalla decisione di Riyadh di giustiziare all'inizio dell’anno 47 “terroristi”, fra cui il dignitario sciita Nimr al-Nimr. Nel comunicato diffuso al termine della riunione di emergenza nella capitale egiziana, i ministri dei Paesi membri accusano le autorità iraniane di non aver saputo garantire protezione all’ambasciata a Teheran e al consolato Mashad. 

La maggioranza dei Paesi membri della Lega araba ha votato a favore della condanna nei confronti di Teheran. Fra le poche eccezioni il Libano, dove è forte l’influenza di Hezbollah (vicino a Teheran) e la Siria, alleato dell’Iran nella regione al momento ancora sospeso dalla Lega araba. 

Il documento finale dell’incontro di ieri al Cairo - una riunione di emergenza voluta con forza da Riyadh - non prevede peraltro specifiche misure contro l’Iran, anche se è allo studio la formazione di un comitato chiamato a valutare possibili azioni in futuro. 

Nabil al-Arabi, leader della Lega araba, punta il dito contro Teheran accusandola di aver compiuto “gesti provocatori”; per Sheikh Abdullah bin Zayed al-Nahyan, ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti (Eau) l’Iran ha fomentato di proposito l’odio confessionale. “[Teheran] non ha esitato - ha dichiarato l’alto diplomatico - a usare l’arma confessionale per dominare nella regione e interferire negli affari interni delle nazioni arabe rivolgendo minacce e dando sostegno a gruppi estremisti”. 

Nelle ore successive l’Iran ha risposto con sdegno e ira alla mossa diplomatica dei Paesi arabi nei suoi confronti, affermando con forza la posizione espressa a più riprese nei giorni scorsi: nessun coinvolgimento, né partecipazione alle violente proteste che hanno seguito la condanna capitale del dignitario sciita. 

Nei giorni scorsi diverse nazioni del Golfo e del mondo musulmano sunnita hanno seguito la mossa dei sauditi, interrompendo i rapporti diplomatici con l’Iran. Il 7 gennaio l’Iran ha accusato l’Arabia Saudita di aver bombardato la propria missione diplomatica in Yemen, provocando danni alla struttura e feriti fra il personale dell’ambasciata.

L’escalation della tensione fra Riyadh e Teheran rischia di complicare ancor più gli sforzi diplomatici in Siria e le esigue speranze di pace in una nazione martoriata da ormai cinque anni di conflitto, che ha causato la morte di almeno 250mila persone e oltre 11 milioni di sfollati. 

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