10/07/2012, 00.00
RUSSIA
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La Russia si mobilita per le vittime delle inondazioni

di Nina Achmatova
Inviate le prime 10 tonnellate di aiuti umanitari a Krasnodar, dove non cessano le polemiche sulle responsabilità per le oltre 170 vittime. L'opposizione chiede le dimissioni del governatore locale e un'indagine parlamentare. Governo teme rinfocolarsi delle proteste.

Mosca (AsiaNews)  - La Russia è mobilitata per aiutare le vittime delle inondazioni sul Mar Nero, mentre continuano le polemiche sulle responsabilità dell'amministrazione regionale nella tragedia in cui tra il 6 e il 7 luglio hanno perso la vita almeno 171 persone. Da Rostov sul Don sono partiti, il 10 luglio, per Krasnodar i primi camion con aiuti umanitari. "Si tratta di 10 tonnellate di materiale per il primo soccorso: medicinali, acqua potabile, cibo per bambini, zucchero, latte a lunga conservazione, carne e pesce in scatola, marmellata, miele, pasta, prodotti per l'igiene, vestiti e coperte", ha fatto sapere all'agenzia Interfax il portavoce del comitato delle politiche giovanile della regione di Rostov, limitrofa a Krasnodar. Punti di raccolta aiuti sono stati aperti un po' in tutta la Russia. Partiti politici, giornali, televisioni, Ong e semplici privati hanno dato vita a diverse iniziative di solidarietà, la maggior parte diffusa su internet e social network, mentre il governo monitora da vicino l'evolversi della rete di soccorso spontanea temendo che il malcontento e lo sgomento suscitato dalla tragedia dia nuova linfa vitale alle proteste di piazza. In prima fila nei soccorsi anche la Chiesa russo-ortodossa, la cui organizzazione Miloserdie sul suo sito ha lanciato un appello per raccogliere materiale come coperte e cibo e aperto una linea per informare sul necessario.

Secondo le ultime cifre, sono 48mila le persone colpite dal disastro causato da piogge torrenziali. Un bilancio, che in molti temono sia ancora solo provvisorio, parla di 171 morti, di cui numerosi disabili e anziani. Le autorità centrali hanno riconosciuto la responsabilità dell'amministrazione locale, che non ha avvertito in tempo la popolazione del pericolo imminente. Circa 17.600 persone - stando al ministero delle Emergenze - sono ancora senza elettricità, 28mila senza forniture di gas e 2.000 senza acqua potabile.

Intanto non si placano le polemiche sulle responsabilità della catastrofe, l'ennesima che colpisce il Paese d'estate, tanto che la stampa è tornata a definire luglio come il "mese nero" della storia russa. Il partito d'opposizione Russia Giusta ha chiesto l'apertura di un'indagine parlamentare sull'accaduto e la testa del governatore di Krasnodar, Alexander Tkachov, al corrente dei rischi giorni prima.  Giornali e siti internet continuano a discutere sulle cause di un numero di vittime così alto. Secondo alcune ipotesi, smentite dalle autorità, si sarebbe deciso di aprire un  bacino di riserve d'acqua vicino a Krymsk (la città col più alto numero di vittime, solo qui 159) per contenere i danni alla vicina Novorossiysk dove sorge il più importante porto petrolifero della zona. L'acqua liberata avrebbe travolto l'area, in quantità così elevata e con una tale forza che testimoni oculari hanno parlato di un vero e proprio "tsunami".

 

 

 

 

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