01/03/2011, 00.00
RUSSIA
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La Russia sogna di diventare un centro finanziario internazionale

di Nina Achmatova
Mosca continua con emissioni di Eurobond denominati in rubli per promuovere la valuta nazionale. Intanto il Cremlino ha istituito un team di esperti per portare a termine la missione.
Mosca (AsiaNews) – La Russia va avanti con il suo piano di creare un grande centro finanziario internazionale e promuovere il rublo sui mercati esteri. Secondo gli esperti le potenzialità ci sono ma la strada da fare pere favorire l’afflusso di capitali è ancora in salita.

Ieri, il ministro russo delle Finanze Alexiei Kudrin ha fatto sapere che Mosca ha intenzione di continuare a fare emissioni di Eurobond denominati in rubli, dopo aver lanciato nei giorni scorsi la prima, della durata di sette anni e del valore di 40 miliardi di rubli, pari a 1,36 miliardi di dollari. “Credo che sia solo la prima emissione, negli anni a venire continueremo questa prassi e organizzeremo un nuovo segmento del mercato internazionale, gli Eurobond denominati in rubli”, ha spiegato Kudrin. L'iniziativa, ha proseguito, è “un importante passo avanti per l’organizzazione di un centro finanziario internazionale in Russia e per la promozione della nostra valuta nazionale nei mercati internazionali”. Il progetto era stato lanciato nel 2008 dal presidente Dmitri Medvedev, alla vigilia della crisi economica globale, e oggi gli esperti si domandano quanto la Russia sia andata effettivamente avanti nella sua realizzazione. Il think-tank Z/Y, che ogni due anni stila la classifica dei centri finanziari mondiali, a settembre, posizionava Mosca al 68esima posto su 75 a settembre, senza grandi miglioramenti. La classifica si basa su diversi criteri: quanto il centro è conosciuto nel mondo; l’ampiezza e la ricchezza del suo business e la specializzazione dei suo settori industriali. La capitale russa è dietro città come Milano, Varsavia, Stoccolma e Glasgow. San Pietroburgo è solo al 71esimo posto.

  Circa il 47% della prima emissione di Eurobond in rubli è stata acquistata da fondi e società britanniche, il 26% da fondi e compagnie Usa, il 4% è finito in mani russe.

Gli esperti, però, fanno notare anche dei passi avanti. All'inizio dell’anno scorso gli scambi commerciali tra Cina e Russia sono stati denominati in yuan o in rubli sul Micex. A inizio febbraio, inoltre, gli azionisti dell'indice Micex, denominato in rubli, hanno firmato un accordo d'intenti per acquisire il controllo dell'indice rivale, l'Rts, denominato in dollari. L’iniziativa dovrebbe spianare la strada per una Borsa unica con l’obiettivo di aumentarne la liquidità e di migliorare le infrastrutture del mercato.

L’uomo incaricato dal Cremlino di realizzare il sogno di un grande centro finanziario internazionale a Mosca è Alexander Voloshin, uomo un tempo vicino a Boris Eltsin ed ex presidente della compagnia mineraria Norilsk Nickel. Voloshin ha messo insieme un gruppo di esperti per portare a termine la missione e il presidente Medvedev ha formalizzato il gruppo di consulenti con un decreto ufficiale.

Il progetto è stato ben spiegato all’ultimo Forum economico di Davos dal capo di Stato russo: “Il centro finanziario internazionale (a Mosca) deve diventare non solo il centro del sistema finanziario russo, ma anche un acceleratore dei mercati finanziari di tutto lo spazio post-sovietico”. La nomina del nuovo sindaco della capitale Sergei Sobyanin, con rapporti molto più stretti del suo predecessore Luzhkov con il governo centrale, dovrebbe facilitare l’impresa. Fondamentale, però, nell’ottica di attrarre capitali è garantire stabilità politica, combattere la corruzione, alleggerire la burocrazia e assicurare l’indipendenza del potere giudiziario. Tutti propositi in cima all’agenda della leadership russa. Almeno a parole. 

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