20/12/2011, 00.00
SIRIA
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La Siria accetta gli “osservatori” della Lega Araba

L’accordo firmato ieri, nel giorno nel quale l’assemblea dell’Onu approva una risoluzione di condanna contro Damasco, con l’astensione della Russia che presenta una sua mozione in Consiglio di sicurezza. Ieri ci sono stati 108 morti: tra loro 60 soldati che stavano cercando di lasciare il loro campo per unirsi agli oppositori.
Beirut (AsiaNews) – La Siria ha firmato ieri con la Lega araba (nella foto) l’accordo in base al quale permetterà l’accesso di “osservatori” con il compito di controllare la messa in opera da parte del governo di quel piano di pace della stessa Lega araba, che il 3 novembre Damasco aveva detto di accettare. Tra questi, secondo il piano, ci dovrebbero essere anche giornalisti esteri.

Il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallem si è preoccupato di sottolineare, come scrive oggi l’ufficiale SANA che è “una pura e semplice decisione nazionale, basata sugli interessi del popolo siriano”, mentre per gli oppositori del Syrian National Council “è solo una tattica” per evitare una condanna del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

L’opposizione fa riferimento al nuovo atteggiamento della Russia che in passato ha bloccato una mozione occidentale contro il regime di Bashar al-Assad. Una presa di posizione contro Damasco è però già arrivata, ieri, dall’Assemblea che con 133 voti a favore, 11 contrari e 43 astenuti ha approvato una risoluzione che “condanna fermamente le continue, gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani” compiute in Siria. Tra gli astenuti ci sono Cina e Russia e ora Mosca ha presentato una sua mozione

La mozione russa critica “lo sproporzionato uso della forza da parte delle autorità siriane”, ma insiste sul fatto che “estremisti” presenti nell’opposizione sono pure responsabili degli spargimenti di sangue.

La mossa di Mosca - maggior fornitore di armi di Damasco e storico essenziale alleato siriano - mette con le spalle al muro il regime di Assad, accrescendo un isolamento internazionale che vede al suo fianco solo l’Iran.

Alle novità sul fronte internazionale fa da contraltare solo l’aumento delle vittime della violenza: ieri sono state 108, 48 civili e 60 militari che tentavano di unirsi agli oppositori e che sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. (PD)
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