10/12/2008, 00.00
GIAPPONE
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La Sony taglia 16mila posti di lavoro e non riscuote fiducia nel mercato

Il Giappone è in recessione da 2 trimestri e si prevede lo sarà ancora per mesi. In crisi le ditte esportatrici. Esperti ritengono insufficienti i tagli di personale per rivitalizzare la Sony.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il mercato è scettico sul piano di ristrutturazione della Sony e il titolo perde oggi il 3% sulla piazza di Tokyo. L’economia giapponese si contrae dell’1,8% nel terzo trimestre 2008, ben più del previsto 0,4%. Il Paese è in declino per il secondo trimestre consecutivo, diminuisce il consumo interno e il Prodotto interno lordo scende dello 0,5%.

Kichi Murashima, analista della Nikko Citigroup a Tokyo, parla della “peggior crisi” economica dalla Seconda guerra mondiale e prevede ulteriori “contrazioni del Pil fino al secondo quarto del 2009”: c’è perdita di posti di lavoro, lo yen forte (rispetto a euro e dollaro) rallenta le esportazioni e gli investimenti e scende anche il mercato immobiliare. Molte piccole imprese chiudono o falliscono e sono in crisi anche le maggiori esportatrici, come Toyota e Sony.

Maofumi Hara, vicepresidente della Sony Corp., seconda produttrice elettronica mondiale, ha denunciato una diminuzione delle vendite “molto maggiore del previsto”, con minori guadagni tra marzo 2007-marzo 2008 stimati del 59%. In un anno le azioni sono scese di circa il 70%. Nel periodo luglio-settembre ha perso 39,5 miliardi di yen nel settore dei giochi elettronici, nonostante prodotti leader come la consolle PlayStation 3.

Ora vuole ridurre la produzione, chiudere il 10% delle fabbriche, diminuire gli investimenti (-30% nel settore dell’elettronica) e tagliare 16mila posti di lavoro entro il marzo 2010, quale parte di un piano per ridurre le spese di oltre 100 miliardi di yen (834 milioni di euro) l’anno. Saranno licenziati 8mila dipendenti a tempo pieno, circa il 5% dell’intera forza lavoro del settore elettronico.

Ma gli esperti sono scettici, notano che la ditta ha subito grandi perdite per le televisioni “piatte” e dicono che deve essere “ripensata” l’intera strategia aziendale. L’analista Katsuhiko Mori nota che “il numero appare grande, ma questa riduzione di personale non basta. La Sony non ha un nucleo di affari che genera profitti stabili”.

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