07/08/2021, 08.55
AFGHANISTAN
Invia ad un amico

La comunità internazionale vuole un accordo con i talebani

di Vladimir Rozanskij

Si muovono in questa direzione Usa, Europa, Russia e Cina. Mosca e Pechino pronti al dialogo se gli islamisti afghani rinunciano a collaborare con i gruppi più estremisti. Turchia preoccupata per la possibile ondata di profughi.

Mosca (AsiaNews) – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso nei giorni scorsi la sua preoccupazione per l’escalation degli scontri in Afghanistan. Il ministero afghano degli Esteri ritiene necessaria una convocazione straordinaria del Consiglio “per la valutazione della situazione nel Paese ed evitare una catastrofe umanitaria, provocata dalla violenza dei talebani”.

Le armate di Kabul, ancora supportate dai soldati Usa, sono impegnate in questi giorni in combattimenti serrati con le milizie dei talebani. Nei prossimi giorni è prevista una trattativa tra rappresentanti di Washington e talebani in Qatar. Secondo l’inviato della Casa Bianca in Afghanistan, Zalmay Khalilzad, si tratterebbe di “un imminente incontro internazionale per la regolazione pacifica del conflitto”, a cui dovrebbero partecipare anche Pakistan, Cina e Federazione Russa. Il vertice è stato confermato anche dal rappresentante russo a Kabul, Zamir Kabulov.

Secondo il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, “i talebani sono persone ragionevoli e hanno promesso di condurre una lotta senza quartiere contro i terroristi dell’Isis”. Partecipando a un webinar sulla politica estera di Mosca, Lavrov ha ricordato la visita della delegazione dei talebani a Mosca all’inizio di luglio. In quell’occasione i rappresentanti del gruppo islamista afghano hanno assicurato di non voler destabilizzare la regione centrasiatica, e di essere pronti a valutare con tutti gli afghani la futura struttura politica del Paese.

Il governo di Kabul cerca di mostrare ottimismo. Esso vanta alcune vittorie negli scontri con i talebani e l’uccisione di oltre 300 combattenti. L’epicentro del conflitto al momento la provincia di Helmand, dove si trovano le più estese piantagioni d’oppio del Paese. Il vice capo dell’ufficio stampa del ministero della Difesa afghano, Favad Aman, ha sottolineato che gli attacchi governativi alle posizioni dei talebani sono supportati dall’aviazione Usa.

A prescindere dall’esito del conflitto, uno dei problemi più intricati rimane il destino dei tanti afghani che hanno collaborato con gli statunitensi, che diventerà prioritario dopo il completo ritiro dei soldati Usa in settembre. Secondo la Bild, questo tema è già stato affrontato nei giorni scorsi sempre a Doha, in un incontro segreto tra talebani e diplomatici tedeschi. Jasper Wiek, rappresentate speciale di Berlino per Afghanistan e Pakistan, avrebbe guidato la delegazione tedesca; da parte talebana sarebbe intervenuto il mullah Abdul Hak Vasik, che da tempo tiene i rapporti con le potenze europee. Il ministero degli Esteri tedesco ha confermato l’incontro, affermando che a Doha era presente anche un membro del governo afghano.

Gli occidentali riconoscerebbero un eventuale cambio di regime in Afghanistan solo a condizione di un accordo con i talebani. La Cina rimane su posizioni più sfumate: secondo il ministro degli esteri Wang Yi, Pechino si accontenterebbe che i talebani si rifiutassero di collaborare con le organizzazioni più estremiste, come quella uigura del Movimento islamico del Turkestan (ex Etim). In pratica, i cinesi sono sulla stessa posizione dei russi, e i talebani hanno già fatto capire di essere pronti a collaborare con Pechino.

Gli afghani che hanno collaborato con Usa e Nato sono le vittime designate dello scenario futuro in Afghanistan, e rimangono appesi a generiche promesse di concessione della nazionalità statunitense o di qualche Paese europeo. Gli altri Stati dell’Asia centrale non sono disposti ad accoglierli, per evitare possibili conflitti con le autorità afghane, qualunque esse siano dopo il conflitto. Anche la Turchia ha già avvertito di non essere pronta a ricevere una nuova ondata di profughi. Come ha dichiarato il ministro degli Interni Suleyman Soylu, Ankara è decisa a concludere la costruzione di un muro alla frontiera con l’Iran, anche per evitare l’arrivo dei profughi afghani: dall’inizio dell’anno, secondo Soylu, oltre 250mila di essi avrebbero già tentato di penetrare in territorio turco, ma sono stati respinti.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Accordo Usa-talebani sulla pace in Afghanistan: ‘assurdo’ escludere il governo di Kabul
29/01/2019 13:26
Cresce il dominio economico cinese in Asia centrale
21/07/2021 11:33
Talebani al potere: Mosca si prepara alla guerra in Afghanistan
31/08/2021 08:50
Il brand talebano seduce i musulmani russi
02/09/2021 08:41
Leader talebani nel mirino dello Stato islamico
24/09/2021 13:38


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”