26/05/2010, 00.00
COREA
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La crisi in Corea “preparata da tempo dal regime”

di Joseph Yun Li-sun
Fonti di AsiaNews in Corea denunciano: “Il governo di Kim Jong-il è sull’orlo del collasso per i propri errori economici. Hanno provocato la crisi per cercare di ricompattare la popolazione”. La Clinton a Seoul: “Basta provocazioni”.

Seoul (AsiaNews) – L’affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan è “un atto provocatorio. Il regime di Pyongyang deve rinunciare subito alla sua politica di belligeranza, e la comunità internazionale deve reagire in maniera univoca”. Lo ha detto questa mattina il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, in visita ufficiale in Corea del Sud.

Nel corso di una conferenza stampa con il ministro degli Esteri Yu Myung-hwan, l’ex First lady ha spiegato che la crisi provocata dal naufragio della corvetta Cheonan “necessita una risposta forte ma misurata, considerando anche che è in atto una sfida di lungo termine per favorire il cambiamento di direzione della Corea del Nord”. Nel frattempo, fonti di AsiaNews nella penisola spiegano: “Pyongyang preparava questa crisi da molto tempo”.

Secondo un operatore umanitario, che visita regolarmente la parte nord della penisola, “l’ordine di evacuare tutti i sudcoreani dalla zona demilitarizzata di Kaesong e l’avviso alla marina del regime stalinista di sparare a vista contro battelli non identificati sono mosse nell’aria già da alcune settimane. È evidente che Kim Jong-il vuole usare questa crisi per chiedere al suo popolo l’ennesimo sacrificio: i soldi sono finiti e lui teme un’insurrezione”.

In effetti, la disastrosa riforma valutaria e le politiche economiche centralizzate di Pyongyang hanno provocato nel 2009 un record negativo di entrate, e il blocco dell’invio di aiuti alimentari dalla Corea del Sud hanno abbassato ancora di più le capacità nutrizionali interne: “Il regime vuole indicare in Seoul e Washington i nemici che affamano la popolazione. Soltanto così possono sopravvivere a una situazione drammatica”.

Anche alla luce di questi dati, la Clinton ha invitato il mondo ad agire insieme. A Pechino, ieri, il capo della diplomazia americana ha cercato il sostegno della Cina - “padrino” politico della Corea del Nord, unico Paese in grado di esercitare pressione sul regime - per l'approvazione di nuove misure. Il governo cinese si è opposto, ma ha lasciato la porta aperta a nuovi dialoghi.

In ogni caso, il regime di Pyongyang ha allertato di nuovo le proprie forze armate, protestando contro le “provocazioni” di Seoul: l’ordine è quello di sparare a vista contro le unità navali che dovessero attraversare la Northern Limit Line, la frontiera marittima. Gli Stati Uniti hanno intanto avviato insieme alla Marina sudcoreana esercitazioni navali e antisommergibile, innescando una vera e propria escalation.

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