21/05/2014, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

La "grande vittoria" di Modi, frutto di violenze religiose e bugie sullo sviluppo

di Ram Puniyani
In un'attenta analisi Ram Puniyani parla delle elezioni generali appena concluse e della figura di Narendra Modi, nuovo Primo ministro dell'India. Il nazionalismo del Bharatiya Janata Party (Bjp) ha attecchito negli Stati dove in passato vi sono stati scontri di natura religiosa. È necessaria una riforma del sistema elettorale.

New Delhi (AsiaNews) - Lo sviluppo, al cuore del programma elettorale di Narendra Modi, è solo un "falso mito", usato per celare l'aspetto più violento del nazionalismo indù di cui il nuovo Primo ministro dell'India è portavoce. Lo scrive in un'analisi sul voto Ram Puniyani, attivista sociale dell'All India Secular Forum e del Centre for Study and Secularism. Puniyani esamina la vittoria del Bharatiya Janata Party (Bjp) e di Modi, smontando i capisaldi della campagna elettorale dei nazionalisti indù. (Traduzione a cura di AsiaNews)

I risultati delle elezioni parlamentari sono molto interessanti. Con il 31% dei voti il Bharatiya Janata Party (Bjp) di Narendra Modi ha vinto 282 seggi in Parlamento; con il 19,3% dei voti il Congress ha ottenuto 44 seggi; il Bahujan Samaj Party (Bsp) con il 4,1% dei voti ha registrato un nulla di fatto; il Trinamool Congress (Tmc) con il 3,8% ha conquistato 34 seggi; il Samajwadi Party (Sp) con il 3,4% avrà cinque parlamentari; l'All India Anna Dravida Munnetra Kazhagam (Aiadmk), con il 3,3% ha ottenuto 37 seggi; il Communist Party of India (Marxist) con il 3,3% ha ottenuto nove seggi. Bisogna notare che questa volta il 19,3% del Congress si è tradotto in 44 seggi, mentre alle ultime elezioni generali del 2009 il 18,5% del Bjp ha portato 116 seggi. Questa è una storia a parte, quella del disperato bisogno di una riforma elettorale, che è stata sospesa nonostante le evidenti disparità che indeboliscono l'aspetto rappresentativo del nostro Parlamento. Molti attivisti sociali hanno chiesto questa modifica, ma invano.

Modi ovviamente è stato il protagonista della stagione e questa volta è il suo programma di "sviluppo" ad aver attratto gli elettori, oltrepassando le equazioni di casta e religione. Quanto di questo è vero? Tralasciando il fatto che Modi era sostenuto in tutto dalle aziende, il denaro scorreva come acqua e tutto questo è stato ulteriormente favorito dalla struttura d'acciaio di centinaia di migliaia di militanti della Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), che per il Bjp hanno gestito il lavoro elettorale alla base. Così, Modi è stato sostenuto da due solidi pilastri: le aziende da un lato e la Rss dall'altro.

Egli ha affermato che sebbene non sia potuto morire per l'indipendenza [dell'India], egli vivrà per un'India indipendente. Ancora una volta questa è una delle tante menzogne che ha inventato per proiettare la sua immagine nell'opinione pubblica. Si sa che egli appartiene a quella ideologia e corrente politica dell'hindutva propugnata dalla Rss, che non ha mai fatto parte della lotta per la libertà. Il nazionalismo hindutva del Bjp e della Rss è diverso dal nazionalismo del movimento per la libertà del Mahatma Gandhi. Quello di Gandhi era un nazionalismo indiano. Quello di Modi e della sua "famiglia" è un nazionalismo indù, un nazionalismo religioso simile e parallelo a quello islamico di Jinnah e della Lega islamica. Dalle retrovie la Rss e i suoi cloni hanno continuato a criticare il movimento per la libertà, perché era per un nazionalismo indiano inclusivo, mentre la Rss - la scuola ideologica di Modi - è per un nazionalismo indù. Quindi non c'è dubbio che persone come lui o i suoi predecessori non sono morti per la libertà del Paese.

Ci sono numerosi altri fattori che lo hanno aiutato a essere primo dopo essere stato all'estremo opposto: il suo stile aggressivo; il suo successo nel settore bancario, rispetto alle debolezze del Congress; la sua abilità nel parlare alle masse, amplificata dalla fiacca campagna del Congress; lo stile presidenziale con cui ha fatto propaganda. Certo, il Congress ha pagato il prezzo della corruzione e di un'amministrazione debole. La sproporzionata perdita di credibilità del Congress è iniziata con il movimento [anticorruzione] di Anna Hazare, sostenuto dalla Rss, e poi portato avanti da Arvind Kejriwal, che ha contribuito enormemente nel buttare fuori il Congress dalla conta dei voti per la vittoria.

Kejriwal in particolare si è svegliato un po' troppo tardi riguardo la corruzione nel Bjp e con grande riluttanza, per ragioni incomprensibili. Anna Hazare, che a un certo punto è stato chiamato "il secondo Gandhi", è sparito nel nulla dopo aver giocato un ruolo fondamentale per diverso tempo.

Nel perseguire la sua impressionante agenda anti-corruzione, Kejriwal ha trasformato il movimento sociale in un partito politico, e nel processo ha sollevato molte domande sulla natura e le potenzialità di simili movimenti. L'Aam Aadmi Party (Aap, Partito dell'uomo comune) di Kejriwal ha senz'altro diviso i voti anti-Modi con grande "successo". L'Aap ha proposto più di 400 candidati e molti di loro hanno perso. Tanti hanno un'eccellente reputazione  per il loro contributo a temi sociali e per aver intrapreso sfide legate alla trasformazione sociale. Dopo questa esperienza di battaglia elettorale resta da vedere quanti saranno capaci di tornare alla loro agenda di cambiamento e trasformazione sociale attraverso manifestazioni e campagne.

Dopo aver indicato Anna Hazare come il "secondo Gandhi", ora molti commentatori abusano ancora del nome del Mahatma paragonandolo a Modi. Un accolito di Modi ha anche detto che Modi è meglio di Gandhi! Che vergogna appropriarsi del nome del Mahatma, il grande unificatore della nazione, con quelli i cui fondamenti si basano su un'ideologia controversa come il nazionalismo settario.

Venendo al programma dello "sviluppo", è vero che, dopo aver avuto il suo ruolo nella carneficina del Gujarat, Modi si è dedicato subito a diffondere lo "sviluppo" del suo Stato. Questo finto mito dello sviluppo del Gujarat altro non era che l'atteggiamento generoso del governo verso le aziende, che in cambio hanno iniziato a chiedere "Modi come Primo ministro" già dal 2007. Mentre le minoranze religiose dello Stato hanno iniziato a essere relegate a cittadini di seconda classe, il mito dello sviluppo del Gujarat è diventato parte del folclore, a lungo ignorato dagli altri partiti e dagli intellettuali che si occupano di progresso. Quando hanno iniziato ad analizzare in modo critico i dati del Gujarat, la truffa dello sviluppo è uscita fuori, ma a quel punto era troppo tardi perché la verità venisse comunicata alla gente in lungo e in largo.

In superficie sembra quasi che questo fosse l'unico programma intorno al quale Modi ha fatto campagna elettorale. Ma non è vero. Modi ha usato la carta del nazionalismo religioso e delle caste più e più volte, con grande facilità e furbizia. Egli ha criticato l'esportazione di bovini etichettandola come "Rivoluzione rosa", suggerendo in modo sottile il legame tra la carne di manzo e la minoranza musulmana. Questo ha trasformato una questione economica in una religiosa. In modo regolare Modi ha parlato contro i musulmani di lingua bengalese, dicendo che il governo dell'Assam stava allontanando i rinoceronti per far spazio a infiltrati del Bangladesh. Ha anche aggiunto che dovevano essere pronti a fare le valige il 16 maggio, quando sarebbe stato dichiarato Primo ministro dell'India. Il messaggio nazionalista religioso era forte chiaro. I portavoce del Bjp hanno già dichiarato che i bangladeshi di religione indù sono rifugiati, mentre i musulmani sono degli infiltrati.

Se si esamina la dispersione complessiva delle aree in cui il Bjp ha vinto, un fatto molto inquietante viene alla mente. Mentre in superficie il punto dello sviluppo ha dettato legge, c'è senz'altro un ruolo subdolo giocato dalla polarizzazione religiosa. Il Bjp ha avuto più successo nelle aree dove questa polarizzazione è già stata portata con la violenza. Maharashtra, Gujarat, Uttar pradesh, Madhya Pradesh, Bihar e Assam: tutti questi Stati hanno già sperimentato violenze religiose di massa in passato. Al contrario, gli Stati che non sono finiti sotto il dominio Modi-Bjp sono quelli rimasti relativamente liberi dalle violenze interreligiose: Tamil Nadu, West Bengal e Kerala in particolare. L'Orissa è un po' un'eccezione, perché nonostante i pogrom [anticristiani] del Kandhamal il partito di Naveen Patnaik [Biju Janata Dal, ex alleato del Bjp - ndr] è rimasto al potere.

L'interpretazione socio-politica delle relazioni più profonde tra atti di violenza e la vittoria di Modi-Bjp-Rss deve essere compresa più a fondo; il ruolo polarizzante della violenza interreligiosa deve essere analizzato. Mentre in superficie il mito dello sviluppo ha conquistato gran parte dell'elettorato, ha avuto presa in quelle zone che in passato hanno visto eccessi di violenza. La maggior parte dei rapporti delle commissioni di inchiesta riconducono la violenza a macchinazioni di organizzazioni nazionaliste religiose.

Anche se il tema delle caste non è stato usato in modo aperto, Modi ha sfruttato il termine Neech Rajniti (politica di basso livello) usato da Priyanka Gandhi e lo ha modificato in Neech Jati (casta bassa), ostentando la propria casta. Pure in altre occasioni ha fatto leva sulla sua casta - Ganchi, produttori di olio - per polarizzare la società.

Che segnale manda la vittoria di Narendra Modi? Il messaggio che le violenze di Mumbai, del Gujarat e di altre zone hanno creato un profondo senso di insicurezza nella nostra popolazione. Nonostante le coraggiose smentite di Modi e le battaglie degli attivisti sociali, l'attuazione della giustizia sembra procedere molto a rilento, ed esclude anche le vittime. I colpevoli rivendicano la loro innocenza. Anche se ci sono stati tanti altri come Modi vicini a conquistare il potere, questa è la prima volta che una persona accusata di essere responsabile di una strage avrà tutti i fili del controllo nelle sue mani. Così, quali sono le prospettive future per l'India di Gandhi e Nehru, quali sono le prospettive per i valori della Costituzione indiana? Potrà Modi rinunciare al cuore del suo programma di nazionalismo indù, che è stata l'ideologia di fondo della sua politica, o consegnerà una nazione indù ai suoi mentori? 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Chhattisgarh, ripresi gli attacchi contro i cristiani nel post elezioni
28/05/2019 09:02
Ram Puniyani: nel Modi 2.0 la ‘democrazia sarà sovvertita’
24/05/2019 15:16
Ayodhya, parlano i non indù: Insoddisfatti, ma rispettiamo la legge
11/11/2019 12:51
Jharkhand, musulmano linciato a morte. La condanna di cattolici e laici
25/06/2019 11:58
Ram Puniyani: I fondamentalisti indù sono drogati da false ideologie
06/03/2019 13:43


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”