11/01/2013, 00.00
CINA
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La politica del figlio unico mina intraprendenza e capacità di rischio dei cinesi

Non sono solo viziati, egoisti e paurosi della competizione. I figli unici mostrano anche meno fiducia, meno capacità di rischio e meno affidabilità: tutte qualità importanti per il commercio. Con la legge del figlio unico, il governo si vanta di aver creato più benessere. Ma con "un alto costo politico e sociale".

Pechino (AsiaNews) - La politica del figlio unico produce adulti più pessimisti, nervosi, meno coscienziosi, meno competitivi, meno affidabili e incapaci di assumersi rischi; le loro personalità appaiono meno capaci di varare commerci o amministrare aziende. È quanto stabilisce uno studio pubblicato ieri sulla rivista Science. Finora era chiaro che la politica del figlio unico danneggiava la moralità della società, creando "piccoli imperatori" viziati, egoisti, a cui tutto è dovuto. Ora una ricerca svolta da professori australiani, mostra pure che i frutti del figlio unico sono meno pronti ad assumersi rischi nel commercio, a divenire imprenditori o gestori di qualche business privato.

Lo studio è stato compiuto su 421 adulti, nati prima e dopo il varo della legge sul figlio unico (1979), attraverso dei giochi economici in cui ci si presta e si ritorna del denaro. Il gioco dimostra che  figli nati dopo il 1979 hanno meno fiducia degli altri nel prestare denaro e ne ritornano meno del dovuto, mostrando una minore fiducia e una minore affidabilità. Secondo gli studiosi, il comportamento nei giochi economici è legato a quello nella vita pratica. Altri studi da loro condotti  mostrano che i contadini cinesi che rischiavano di più nei giochi economici, nella vita sono più disposti ad adottare nuove tecnologie  e meno pesticidi in agricoltura. In Perù, chi si mostrava più affidabile nei giochi aveva una maggiore capacità a ripagare i debiti nella vita reale.

Per la prof.ssa Zou Hong, della Scuola di psicologia all'Università Normale di Pechino, i risultati dello studio non sono una sorpresa: "I figli unici delle famiglie cinesi - dice - sono amati e a loro si dà tutto senza alcuna competizione... Entrando nella società... essendo stati super-protetti, si sentono un po' perduti e mostrano meno capacità competitiva".

Pechino difende la scelta della legge sul figlio unico, che ha aiutato molte famiglie a uscire dalla povertà, fermando la nascita di circa 400milioni di bambini. La legge è stata applicata con rigore e violenza, fino ad applicare aborti e sterilizzazioni forzate. Alle coppie che violano la legge  si comminano multe altissime, sequestro delle proprietà e licenziamenti.

L'anno scorso, un think-tank del governo ha suggerito ai leader di ammorbidire la legge, permettendo alle famiglie di avere due figli, riconoscendo che il figlio unico ha colpito la nazione con "un alto costo politico e sociale". L'attuazione delle restrizioni ha creato conflitti sociali, mancanza di forza lavoro nelle città, squilibri nel rapporto fra maschi e femmine a causa di feticidi femminili, conseguenza della tradizionale preferenza per il figlio maschio.

Secondo stime del governo, nel Paese di 1,3 miliardi di persone, almeno 100 milioni di famiglie hanno un solo figlio.

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