25/10/2016, 08.52
TURCHIA
Invia ad un amico

La repressione di Erdogan contro i “golpisti”: oltre 35mila arrestati, 82mila indagati

Dal fallito colpo di Stato di metà luglio decine di migliaia di arresti. Almeno 26mila persone sono libere ma “sotto controllo giudiziario”. Secondo il ministro della Giustizia le operazioni riguardano autori e fiancheggiatori del golpe. Il partito di governo pronto a sottoporre al Parlamento il testo di modifica istituzionale: da sistema parlamentare a presidenziale. 

 

Ankara (AsiaNews/Agenzie) - Dal tentativo (fallito) di colpo di Stato in Turchia del luglio scorso, le forze di sicurezza di Ankara hanno arrestato oltre 35mila persone e ne hanno indagate un totale di circa 82mila. È quanto afferma in una nota il ministero turco della Giustizia, secondo cui le operazioni - iniziate all’indomani del golpe e tuttora in corso - rientrano nella campagna lanciata dal governo e dal presidente Recep Tayyip Erdogan contro (presunti) autori e fiancheggiatori.

Il ministro Bekir Bozdag spiega che nel novero delle persone finite sotto inchiesta, almeno 26mila sono state liberate in un secondo momento ma restano “sotto controllo giudiziario”. 

In un discorso pubblico tenuto lo scorso 22 ottobre ad Afyonkarahisar e rilanciato ieri dalla stampa, l’alto funzionario governativo ha confermato le accuse contro l’ex predicatore Fethullah Gülen, in esilio negli Stati Uniti e ritenuto la mente del golpe assieme ai suoi seguaci. 

Durante le fasi concitate del fallito golpe della notte fra il 15 e il 16 luglio scorso sono morte 270 persone, migliaia i feriti.

Sin dai giorni successivi i vertici governativi e il presidente Erdogan hanno lanciato una campagna di purghe contro personalità intellettuali, politiche, militari e amministrative ritenute vicine a Fethullah Gülen, il quale ha sempre negato ogni coinvolgimento nelle operazioni. Il giro di vite ha coinvolto anche giornalisti, media vicini all’opposizione, insegnanti e personale amministrativo. 

Tutti i settori della vita politica e istituzionale del Paese sono stati interessati dall’intervento della polizia e dell’intelligence; una repressione senza precedenti in Turchia e che ha registrato forti critiche in Occidente e segnato un progressivo allontanamento fra Ankara e Washington. 

Nel frattempo il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), al potere nel Paese, ha concluso i lavori finalizzati alla creazione di un regime presidenziale in Turchia ed è pronto a sottoporre la proposta di legge al Parlamento. A confermarlo è lo stesso Primo Ministro Binali Yildirim, il quale ha dichiarato la conclusione dei lavori “sulla nuova Costituzione e il sistema presidenziale”. 

Intervenendo a una due giorni di lavori promossa dal partito, il premier ha quindi aggiunto che “trasmetteremo la nostra proposta al Parlamento quanto prima possibile”.  

Il presidente Erdogan, fondatore dell’Akp, è il primo sostenitore della trasformazione istituzionale del Paese da un sistema parlamentare a una repubblica presidenziale. Un passaggio osteggiato dagli oppositori, secondo cui un cambio di regime garantirebbe troppi poteri nelle mani del capo di Stato.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Condanna di un anno per la leader curda. Morti sospette nelle carceri turche
12/04/2017 08:51
Turchia, proseguono le purghe di Erdogan: 2600 fermi e 500 arresti in un mese
31/03/2017 11:19
Istanbul: indagava sul governo, arrestato giornalista tedesco di origini turche
28/02/2017 08:45
Ankara, carcere ed espulsione dal Parlamento per i leader del partito di opposizione curdo
22/02/2017 08:53
Ankara, licenziati altri 227 magistrati. Al via il processo contro decine di militari golpisti
21/02/2017 08:57


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”