17/04/2008, 00.00
INDIA - TIBET - CINA
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La torcia passa in India, tra proteste per le vittime tibetane e polizia

di Nirmala Carvalho
Numerose proteste pacifiche salutano la “torcia della vergogna”. Il percorso ridotto da 9 a 2,3 chilometri. Esuli tibetani: se la torcia passa per il Tibet c’è rischio di maggiori repressioni e nuovi morti e il Comitato olimpico ne sarà responsabile.

New Delhi (AsiaNews) – Oggi in India la torcia olimpica è stata accolta dalle proteste di indiani ed esuli tibetani, protetta da oltre 15 mila poliziotti. Già ieri notte a Siliguri era iniziata una veglia a lume di candela, in memoria delle centinaia di tibetani morti per l’occupazione cinese. Stamattina, le proteste sono iniziate davanti al consolato cinese a Mumbai, dove decine di tibetani hanno cercato di entrare. La polizia li ha portati via e ne ha arrestati 45. Prima dell’arrivo della torcia all’aeroporto, 32 esuli tibetani hanno occupato la strada vicino l’ospedale Referral a Dhaula Kuan, nei pressi di Rajpath, dove è previsto il passaggio della torcia. La polizia li ha arrestati tutti. Poco dopo circa 30 tibetani e indiani con giacche gialle e scritte di “Tibet libero” sono scesi in piazza e hanno iniziato a urlare slogan pro-Tibet, vicino all’hotel di Janpath, sul percorso previsto. Immediato l’intervento della polizia, che ha liberato la via e arrestato almeno 4 dimostranti.

Le proteste pacifiche di piccoli gruppi sono state numerose e subito represse: Shibayan Raha, indiano, portavoce di Studenti per un Tibet libero (Sft), è stato arrestato solo per avere sventolato una bandiera tibetana e urlato “No alla torcia in Tibet”. Prima dell’arresto ha detto che “non staremo ad assistere e ad applaudire la Cina che porta la torcia, diventata segno di oppressione, attraverso India Gate e Rajpath, simboli della libertà indiana, dedicati alla memoria dei nostri martiri”.

Oltre 5mila tibetani e indiani si sono radunati a Sathya Sthal per il passaggio della torcia “alternativa per la libertà del Tibet”, che arriverà fino a Jantar Mantar, dove è prevista una manifestazione di massa per chiedere l’immediata fine della repressione.

Il percorso della torcia è stato ridotto da 9 a 2,3 chilometri per ragioni di sicurezza, da Rajpath al palazzo presidenziale Rashtrapathi Bhavan all’India Gate, portata da 70 tedofori. Ma 4 di loro hanno rinunciato, per la repressione cinese in Tibet o per ragioni “personali”: tra loro Baichung Bhutia, capitano della nazionale di calcio, e Sachin Tendulkar e Sunil Gavaskar, famosi giocatori di cricket, forse lo sport più seguito nel Paese. E dal 13 aprile sulla spiaggia a Fort Kochi campeggia la statua alta 25 metri di una torcia spenta, con scritto: “Torcia olimpica della vergogna senza fiamma”.

Il percorso della torcia è sorvegliato da circa 15mila poliziotti, “sembra una base militare – dice ad AsiaNews Tenzin Choeying, dirigente di Sft – anche se la torcia è pubblicizzata come il Viaggio dell’armonia. Ma non c’è armonia in Tibet, la torcia di Pechino simboleggia la tortura subita dai tibetani, la violenza dell’esercito cinese, la mancanza di libertà di religione e la sistematica eliminazione del nostro linguaggio e della nostra cultura. Abbiamo notizie di arresti di massa, in Tibet. Il Cio deve subito togliere il Tibet dal percorso della torcia, altrimenti rischia di aggravare la situazione già di estrema tensione e di rendersi responsabile di ulteriori morti e repressione. Il Cio deve chiedere alla Cina di fermare la brutalità e insistere per il ritorno del Dalai Lama in Tibet”.

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