04/08/2007, 00.00
LAOS
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Laos, la terra delle bombe inesplose

Migliaia gli ordigni sepolti nel terreno ancora oggi mietono centinaia di vittime, in particolare fra i bambini: per bonificare i terreni ci vorranno quasi 400 anni, ma i laotiani hanno avviato un commercio del metallo.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Il Laos vanta un triste primato: è la nazione che ha ricevuto “più bombe pro-capite della storia”. Secondo alcune stime sono 5 milioni gli ordigni sganciati dalle oltre 580 mila missioni che hanno colpito il Paese e ancora oggi molti di questi giacciono sul terreno inesplosi.

Una pesante eredità lasciata delle guerre che hanno martoriato il Laos nella seconda metà del XX secolo e che continuano a mietere centinaia di vittime, in particolare fra i più giovani: dal villaggio di Xieng Khouang nel Laos centrale – una delle zone più colpite dai bombardamenti – arriva la storia di Thom, un ragazzo di 13 anni, che ha perso l’uso degli arti inferiori in seguito allo scoppio di una bomba nascosta nel terreno. Sorte peggiore è toccata al suo migliore amico, dilaniato dalla deflagrazione e morto sul colpo. Pur portando ancora oggi sul proprio corpo le ferite causate dallo scoppio, Thom dice di sentirsi “fortunato” perché è ancora vivo, mentre tanti altri “sono morti come il mio migliore amico”.

Dalla stesso villaggio arriva King Phet, che oggi collabora con l’agenzia Onu che si occupa della bonifica dei terreni laotiani: egli sottolinea che ci vorranno “quasi 400 anni di lavoro vista la mancanza di attrezzature e la scarsa competenza del personale impiegato”. Nel frattempo alla gente vengono spiegati i rischi legati alle Uxo (così vengono definiti gli ordigni inesplosi), sebbene da più parti vengano bollati come “inutili”: “Come possono i bambini – si domanda un contadino – capire fino in fondo i rischi legati alle bombe sparse nelle aree attorno ai villaggi, meta preferita per i loro giochi?”. Anch’egli ha perso un figlio in seguito allo scoppio di un ordigno e non riesce a dimenticare “l’immagine straziante” del bambino.

Se è impossibile dimenticare gli orrori della guerra, i laotiani hanno imparato a sfruttare a livello commerciale i suoi lasciti: Cina, Vietnam e Thailandia, comprano il metallo a 0.13 euro al chilo. Per questo centinaia di persone investono un piccolo patrimonio (circa 12 euro) in metal detector e scavano per cercare razzi e mortai da vendere in cambio di un chilo di riso. Le bombe sono diventati oggetti comuni e vengono usate per fabbricare utensili da cucina o oggetti per la casa: le granate diventano tazze o lampade, il metallo si fonde per fare vassoi e coltelli.

I bambini, invece, preferiscono esorcizzare la paura con una popolare filastrocca: “Non giocare troppo lontano…non far preoccupare i tuoi genitori…sulle montagne ci sono le bombe…non giocare troppo lontano”.

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