07/04/2014, 00.00
INDIA
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Leader cristiano: La "nuova" India sia democratica, anticorruzione e vicina agli anziani

di Nirmala Carvalho
Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), traccia "l'agenda" del nuovo governo indiano. Ad AsiaNews ricorda le discriminazioni subite dai dalit cristiani e musulmani; il divario tra ricchi e poveri; la necessità di emancipare le donne. Attenzione ai disabili, sui quali ricade ancora "il pregiudizio sociale medievale e retrogrado che li tiene ai margini della comunità".

Mumbai (AsiaNews) - Una maggiore attenzione alle minoranze etniche e religiose dell'India; corruzione; giustizia sociale; emancipazione delle donne; educazione; sostegno a malati, disabili e anziani. Secondo il Global Council of Indian Christians (Gcic) sono queste le sfide e le questioni che il futuro governo dell'India dovrà affrontare. Partite oggi negli Stati dell'Assam e di Tripura, le elezioni porteranno alla formazione del nuovo esecutivo e del nuovo Primo ministro.

"Nonostante le sezioni più deboli della società abbiano migliorato il loro status grazie alle quote riservate alle minoranze - spiega ad AsiaNews Sajan George, presidente del Gcic -, i dalit cristiani e musulmani non godono ancora di questi diritti per via della loro religione. Questa discriminazione è grave per due motivi: da un lato li tiene lontani dallo sviluppo e dal progresso del Paese; dall'altro li emargina rispetto agli altri dalit".

Dal 1950 il paragrafo 3 dell'art. 341(1) della Costituzione sulle Scheduled Castes riconosce diritti e facilitazioni di tipo economico, educativo e sociale solo ai dalit indù. In seguito, nel 1956 e nel 1990, lo status venne esteso anche a buddisti e sikh, lasciando fuori cristiani e musulmani.

Sempre sul fronte religioso, sottolinea il leader cristiano, "la crescente intolleranza sta allontanando le diverse comunità, alimentando inimicizie e odio. L'armonia interreligiosa si sta riducendo in tutto il Paese, per colpa di attacchi deliberati di militanti radicali indù che devono essere fermati".

Dal punto di vista economico, aggiunge il presidente del Gcic, "siamo testimoni di un divario sempre più ampio tra ricchi e poveri. Questo è il risultato di politiche non attuate, di governanti che sembrano rappresentare gli interessi di pochi e della corruzione dilagante".

Per lo sviluppo del Paese, sottolinea Sajan George, "è importante creare programmi di sostegno che coinvolgano le donne di ogni fascia sociale, per aiutarle a superare le sfide  che le riguardano. È necessario poi creare una commissione di controllo dei diritti dei bambini, per fermare il traffico umano che li coinvolge".

Una questione che sta diventando sempre più urgente è quella degli anziani: "La medicina moderna ha allungato la vita della nostra gente, aumentando il numero di persone anziane. Il governo deve occuparsi di questi suoi cittadini creando centri di assistenza e di svago, ma anche sfruttare l'esperienza e le capacità di chi è più maturo mettendola a disposizione degli altri".

Infine, il presidente del Gcic ricorda la necessità di "sradicare il pregiudizio sociale nei confronti dei disabili, frutto di una mentalità medievale e retrograda che li tiene ai margini della comunità. Questo è un problema serio, che richiede ai nostri governanti di collaborare con gli istituti privati che lavorano con queste persone".

 

 

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