02/10/2013, 00.00
INDIA
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Leader cristiano: Nel giorno della nonviolenza, l’India tradisce gli ideali del Mahatma Gandhi

di Nirmala Carvalho
Oggi tutto il mondo celebra la Giornata per la nonviolenza, istituita dall’Onu in onore della nascita del leader spirituale del Paese. In India è festa nazionale, ma i tanti attacchi di matrice religiosa tradiscono i principi costituzionali su cui si fonda la nazione. In Karnataka preoccupano nuove casi di violenze anticristiane. Sajan George: “Gandhi credeva in un’India libera basata sul pluralismo religioso”.

Mumbai (AsiaNews) - Oggi il mondo celebra la Giornata internazionale della nonviolenza, istituita dalle Nazioni Unite nel giorno della nascita del Mahatma Gandhi. Per l'India la ricorrenza è festa nazionale: eppure, nota ad AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), "è una vergogna che la visione del nostro padre della patria sia offuscata dai crescenti episodi di intolleranza religiosa contro le minoranze". Gandhi, sottolinea il leader cristiano, "credeva in un'India libera basata sul pluralismo religioso".

Uno dei casi "esemplari" è il Karnataka, dove sono in aumento i casi di violenza nei confronti dei cristiani. Secondo dati del Gcic, dallo scorso giugno a metà settembre la comunità cristiana ha subito almeno 21 attacchi, rispetto ai quattro registrati da gennaio a maggio scorsi.

Gli ultimi sono avvenuti a poca distanza l'uno dall'altro. Il 29 settembre a Tarikere (distretto di Chikmagalur) 25 estremisti indù hanno interrotto il servizio domenicale della Chiesa pentecostale Gypsy Church. Dopo aver picchiato il rev. Hemachandra e sua moglie, hanno chiuso a chiave la coppia nell'edificio. Gli aggressori hanno denunciato i due per conversioni forzate e proselitismo: la polizia è giunta sul posto, ha portato il pastore e la donna in centrale e li ha costretti a firmare un foglio in cui dichiaravano che avrebbero interrotto ogni attività.

Il 28 settembre a Tiptur (distretto di Tumkur), alcuni fondamentalisti indù hanno dato fuoco e distrutto la chiesa della comunità pentecostale Believers Church of India. La polizia ha ignorato la denuncia presentata dal rev. Aneef. Lo stesso giorno a Bellur (distretto di Mandya), una ventina di radicali indù hanno interrotto il servizio di preghiera del rev. Solomon Ramesh, pastore pentecostale della St. Thomas Church, e hanno distrutto Bibbie, croci e strumenti musicali presenti nel luogo di culto.

"In questa crescente intolleranza religiosa - nota p. Cedric Prakash, direttore del centro gesuita per i diritti umani, la giustizia e la pace Prashant (Ahmedabad, Gujarat) - vediamo un aumento della violenza contro i cristiani e le altre minoranze dell'India, che deve essere affrontato". "I cristiani - aggiunge Sajan George - non fanno nulla di criminale e il diritto alla liberta religiosa e di coscienza sono sanciti dalla Costituzione. Questi attacchi sono allarmanti e pericolosi per lo sviluppo della nostra nazione".

"Il Mahatma - ricorda il presidente del Gcic - ha mostrato all'umanità come la nonviolenza ha sfidato con successo il volere dell'impero britannico. Egli si è sempre battuto per l'armonia tra le comunità, ed è 'ironico' che sia stato ucciso proprio da un fanatico religioso".

 

 

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