27/09/2012, 00.00
INDIA
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Lebbrosi di Bangalore sfrattati e “traditi” dal governo

di Nirmala Carvalho
Il Karnataka ha deciso di non rinnovare l’affitto della Sumanahally Society, privando il centro di 45 acri. A Bangalore dal 1977, il campus resta con soli 5 acri di terreno a disposizione di oltre 400 ospiti. La struttura si compone di 50 edifici, dedicati a lebbrosi, malati di Hiv, disabili, orfani, ragazzi di strada e giovani delinquenti. Arcivescovo di Bangalore: “Un tradimento del governo alla comunità cristiana”.

Mumbai (AsiaNews) - Il governo del Karnataka ha deciso l'esproprio di 45 acri di terreno della Sumanahalli Society, centro cattolico di Bangalore che si occupa della riabilitazione di lebbrosi da oltre 30 anni. In base all'ordine, emesso il 21 settembre scorso, alla struttura resteranno solo 5 acri di terreno per continuare a offrire i propri servizi. Ma in un simile spazio, spiega ad AsiaNews p. George Kannanthanam, direttore del centro, "è impossibile contenere le attività di un campus in cui vivono più di 400 persone". Al momento, il governo resta sordo agli appelli di società civile, ong e Chiesa. Inutile anche la manifestazione organizzata il 24 settembre scorso dal centro, a cui hanno preso parte gli stessi lebbrosi. Questi hanno ribadito che "piuttosto che lasciare questa terra, ci lasceremo morire".

Nel 1977, il chief minister del Karnataka, Devarja Urs, chiede alla comunità cristiana di Bangalore di prendersi cura dei lebbrosi che vivevano nelle Beggars' Colony del governo, incapaci di provvedere ai malati. All'arcidiocesi vengono dati 63 acri di terra, con una concessione di 30 anni (fino al 2007), ed è così che nasce la Sumanahalli Society. Nel 2007, il governo non rinnova più concessioni e affitto, per "ampliamento stradale": da 63 acri, il campus passa a 55, ed è costretto a eliminare l'edificio che ospitava mendicanti e senza tetto. Unitosi alla protesta dei pazienti, mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore, ha definito la mossa "un tradimento verso la comunità cristiana, che proprio su invito del governo ha iniziato ad occuparsi dei malati e dei bisognosi".

Questa nuova, estesa riduzione della proprietà è un problema: oggi infatti, il centro ospita 50 edifici, dedicati ad assistenza medica, riabilitazione e istruzione minima. "Qui - sottolinea p. Kannanthanam - accogliamo lebbrosi, malati di Hiv, disabili, orfani, ragazzi di strada e giovani delinquenti. Se noi chiudiamo le nostre strutture, dove andranno queste persone? Il governo ha preso questa decisione, ma manca l'impegno a fornire altri spazi per i più emarginati". Secondo uno studio, a Bangalore circa 18mila persone vivono e dormono per le strade.

Il sacerdote esclude che il buon servizio offerto abbia attirato invidie e gelosie delle forze nazionaliste indù, data la natura cattolica del centro. "La Sumanahalli Society - spiega - non ha mai assunto un'identità cattolica. Anche dopo anni di servizio, non abbiamo una cappella: e anche se avessimo potuto costruirla, abbiamo preferito evitare per mantenere un volto laico. Abbiamo servito tutti i più malati ed emarginati della società, senza distinzione di razza o credo. Tra i nostri ospiti c'è solo un cristiano".

Secondo p. Kannatham, quanto sta accadendo al centro "dovrebbe risvegliare la coscienza collettiva del Paese. Se come nazione stiamo cercando di privare la fascia più vulnerabile della società, quale posizione di moralità potremo mai rivendicare?". 

 

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