02/03/2007, 00.00
SRI LANKA
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Legge anti-terrorismo per soffocare il dissenso dei media

di Melani Manel Perera
La denuncia è dell’International Federation of Journalists, in seguito ad alcuni arresti di giornalisti, critici rispetto al governo. Nel mirino il settimanale in lingua cingalese, Mawbima, di cui sono detenute una dirigente e una giovane redattrice tamil.

Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri  Lanka si serve della legge anti-terrorismo per mettere a tacere le voci della stampa critiche nei suoi confronti. L’accusa, mossa dall’International Federation of Journalists (IFJ), arriva in seguito all’arresto di una dirigente del settore comunicazioni, in carcere dallo scorso 26 febbraio senza accuse. Dushantha Basnayake, 40 anni, è l’amministratore di una ditta privata, la Standard Newspapers, editrice del settimanale in lingua cingalese, Mawbima. La donna è la seconda persona legata a questo giornale ad essere arrestata in base alla nuova legge.

 Secondo quanto emerso da testimoni, alcuni uomini della Divisione investigativa anti-terrorismo hanno interrogato la Basnayake per 4 ore nel suo ufficio, prima di portarla in prigione. La IFJ ricorda  che il Mawbima è noto per le sue posizioni critiche sul governo e già in passato ha rifiutato pressioni e intimidazioni volte a rivedere la linea editoriale . Anche una redattrice del Mawbima, la giornalista tamil Munusamy Parameshawary, 23 anni, è detenuta senza accuse dallo scorso novembre.

 In un comunicato stampa, diffuso ieri, il presidente della IFJ, Christopher Warren, esprime la  “preoccupazione” che la Legge anti-terrorismo in Sri Lanka sia utilizzata dalle autorità per “opprimere la stampa e soffocare le voci indipendenti”. Il timore è che “l’arresto della Basnayake emuli quello di un’altra giornalista: Parameshawary, che da domani, senza accuse formali a suo carico, dovrà scontare100 giorni di detenzione”. “Questi casi - conclude Warren – sono un forte messaggio alla comunità internazionale: le autorità dello Sri Lanka abusano della legge anti-terrorismo per reprimere il dissenso”.

 La IFJ è un’organizzazione che raccoglie più di 500mila giornalisti da più di 115 Paesi da tutto il mondo.

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