27/02/2008, 00.00
ISLAM
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Lettera di intellettuali musulmani alla "comunità ebrea"

Alcuni studiosi islamici hanno scritto una lettera indirizzata alle comunità ebree nel mondo. Come per quella indirizzata lo scorso ottobre ai cristiani, i firmatari esprimono il loro impegno volto a migliorare le relazioni tra gli appartenenti alle diverse fedi ed accrescere il rispetto e la comprensione reciproci.
Lahore (AsiaNews/Agenzie) – Un’altra lettera senza precedenti scritta da un gruppo internazionale di studiosi musulmani alla comunità ebrea. Un gesto defnito - dallo sceicco Michael Mumisa - di riconciliazione, che tenta di portare sollievo alle ferite ancora aperte, frutto di odio e incomprensioni tra ebrei e musulmani, sentimenti che in diverse parti del mondo si trasformano in violenza e conflitti.
 
Lo sceicco, professore all’università di Cambridge e uno dei firmatari, ha detto che la lettera è la prima mai scritta nella storia moderna alla comunità degli ebrei. “Il messaggio - ha aggiunto -   esprime un desiderio genuino di pace, rispetto e comprensione profonda”.
 
Tra i firmatari c’è il professore Akbar Ahmed, ex alto commissario pakistano per la Gran Bretagna, che aveva sottoscritto anche la precedente lettera ai rappresentanti delle varie Chiese cristiane. Gli intellettuali musulmani credono che “ciò a cui oggi si assiste non è uno ‘scontro di civiltà’, bensì uno scontro di incomprensioni e cattiva informazione”.
 
Nella nuova lettera si legge: “Radicati pregiudizi e stereotipi hanno prodotto un allontanamento tra le comunità e una de-umanizzazione dell’ ‘Altro’. C’è un urgente bisogno di cambiare le cose. Dobbiamo fare di tutto per trasformare l’ignoranza in conoscenza, l’intolleranza in comprensione, e il dolore in coraggio e sensibilità verso l’ ‘Altro!’”.
 
Gli studiosi musulmani enfatizzano quello che esiste in comune tra loro e gli ebrei, fertile terreno in cui coltivare il dialogo inter-religioso. “Un eventuale fallimento è un’opportunità mancata. I ricordi di incontri pacifici e arricchenti tra le due comunità si offuscheranno sempre più e i problemi esistenti aumenteranno il divario e le incomprensioni tra di noi”.
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