27/02/2013, 00.00
VATICANO – VIETNAM – FILIPPINE
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Libertà religiosa e missione: dal Vietnam alle Filippine, l’eredità di Benedetto XVI

Il Papa resta un modello e una guida in una nazione governata da un governo comunista. Sacerdote di Hue sottolinea la ripresa dei rapporti fra Hanoi e Santa Sede durante il pontificato di papa Ratzinger. Dalle Filippine, unica nazione asiatica a maggioranza cattolica, il richiamo all’opera di annuncio del Vangelo.

Città del Vaticano (AsiaNews) - "La Chiesa del Vietnam ha bisogno di testimonianze di vita e di fede" e Benedetto XVI è stato "un modello e una guida" in una nazione governata da un "regime comunista che ancora oggi limita la libertà religiosa". È questo il primo pensiero di un sacerdote vietnamita, confuso fra la folla che gremisce piazza San Pietro in attesa di salutare per l'ultima volta il suo "amato Papa" che da domani lascerà il soglio pontificio. Un missionario filippino ricorda invece il compito "missionario" che è affidato ad ogni cattolico, ancor più vivo e urgente nell'unica nazione asiatica a maggioranza cristiana e che si stringe attorno al card Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, indicato come uno dei possibili successori di papa Ratzinger.

P. Giuseppe, originario di Hue, nel Vietnam centrale sottolinea che "la Chiesa del Vietnam ha bisogno di una fede molto forte", perché "siamo ancora oggi sotto un regime comunista che limita la libertà religiosa". Benedetto XVI "rappresenta la fede in Dio" e "ci aiuta a diventare modello e testimonianza nel mondo". "Nella nostra società - aggiunge il sacerdote - la fede non è ancora così radicata e sviluppata, per questo è importante promuoverla e diffonderla con l'opera di annuncio".

Il sacerdote ricorda inoltre il notevole contributo fornito dal Papa per la ripresa dei rapporti diplomatici fra Santa Sede e Hanoi, ma resta ancora molto da fare e "guardiamo al futuro speranzosi, mettendoci nelle mani di Dio". "La Chiesa del Vietnam - conclude - ha bisogno di testimonianza alla vita e alla fede, ci vuole sempre maggiore cattolicità".

Dal sud-est asiatico arriva anche la testimonianza di P. Reinaldo Bullas Jr., missionario monfortano, originario delle Filippine, che è "triste ma al tempo stesso felice per il Papa e la sua decisione: le sue sofferenze e le sue condizioni di salute gli impedivano di continuare, per questo ha compiuto un grande gesto". Benedetto XVI è un "richiamo costante all'unità" e invita "ad approfondire sempre più l'amore per la Chiesa". E dalle Filippine, aggiunge il sacerdote, deve arrivare una sempre maggiore "profondità di fede, prendendo parte all'opera di evangelizzazione sia in patria che rendendosi disponibili ad andare oltreconfine. La missione è un dovere di ogni cristiano".(DS)

 

 

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