29/07/2011, 00.00
KAZAKISTAN
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Libertà religiosa in Kazakistan: “Una nazione, una religione”

Così dice l'agenzia che controlla i gruppi religiosi. Il presidente Nazarbaev invoca stretti controlli contro l’estremismo religioso. Ma i gruppi religiosi minoritari temono una maggiore repressione, molti di loro sono stati cacciati dai loro luoghi di riunione.
Astana (AsiaNews/F18) – “Una nazione, una religione”. Così la statale Agenzia per gli affari religiosi (Ara) interpreta la libertà religiosa. Sono annunciate riforme per aumentare il controllo statale sui gruppi religiosi e incrementare le punizioni penali.

Il presidente kazako Nursultan Nazarbaev il 22 luglio ha indicato che “è necessario sopprimere con decisione la diffusione nel Paese dell’ideologia di elementi estremisti religiosi, in specie le attività che mirano a destabilizzare il sistema costituzionale e che minacciano la vita e la salute dei cittadini”.

In una riunione del Consiglio segreto kazako per discutere la politica verso i gruppi religiosi, egli ha invitato le autorità locali a “porre in essere misure educative e preventive e a tenere sotto stretta sorveglianza le associazioni religiose”.

C’è grande preoccupazione tra i gruppi religiosi di minoranza, perché già ad aprile Nazarbaev aveva invocato un maggiore controllo contro una non meglio specificata “ideologia religiosa estremista” e in seguito erano aumentati controlli e incursioni della polizia verso di loro e c’era stata una vera campagna ostile dei media statali.

Anche perché – spiegano fonti locali all’agenzia Forum 18 – in assenza di una precisa indicazione di cosa sia “l’estremismo religioso”, l’Ara tende a colpire ogni forma religiosa diversa dall’islam moderato. Si ritiene che l’Ara, corpo istituito appena il 18 maggio che risponde in via diretta al primo ministro, stia predisponendo modifiche della legge sulla libertà religiosa in senso ancora più restrittivo. Il 17 giugno il presidente dell’Ara, Lama Sharif, ha spiegato che “ogni cittadino kazako ha diritto alla libertà di coscienza e di scelta, e noi abbiamo fatto la nostra scelta. La nostra scelta è oggettiva, basata sul principio: Una nazione, Una religione”. “In questo contesto, prepareremo un progetto di ‘Sviluppo dell’Islam moderato’ in Kazakistan”.

Questa posizione ha attirato accese critiche. Il parlamentare Serik Temirbulatov ha commentato che queste affermazioni sono più confacenti a un chierico religioso che a un pubblico funzionario , “contraddicono la Costituzione del Kazakistan e violano il principio di non-ingerenza dello Stato negli affari delle comunità religiose”.

Sono stati modificati anche il Codice amministrativo e quello penale dando maggior potere agli organi statali di interferire con le attività dei gruppi religiosi.

Intanto il 27 luglio il tribunale regionale meridionale del Paese ha confermato il divieto per la comunità islamica Ahmadi della meridionale città di Shymkent di riunirsi nella moschea, anche se il divieto è sospeso fino all’esito del processo di appello.

Ma la persecuzione in atto con le minoranze religiose colpisce anche cristiani protestanti, Testimoni di Geova e altri piccoli gruppi religiosi.

Così, nel 2010 le autorità hanno proibito alla Chiesa protestante Nuova vita di riunirsi in un loro edificio, sostenendo che non può essere usato per attività religiose.
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