07/12/2010, 00.00
STATI UNITI - CINA
Invia ad un amico

Liu Xiaobo “è il simbolo degli sforzi cinesi per la democrazia”

In un discorso tenuto alla Columbia University Yang Jianli, dissidente cinese che rappresenterà l’autore di “Carta 08” alla cerimonia di Oslo, sottolinea: “Grazie a lui, quello che prima era un compito per eroi oggi è alla portata di tutti. Ha urlato al governo che il popolo non rimarrà più in silenzio”. Intanto, 19 nazioni annunciano che non parteciperanno alla cerimonia.

New York (AsiaNews) – Liu Xiaobo “ha trasformato il movimento democratico. Se prima poteva essere portato avanti soltanto da eroi, oggi è alla portata di tutti. E le 12mila firme di “Carta 08” lo dimostrano”. Parlando alla Columbia University di New York Yang Jianli, dissidente cinese che rappresenterà l'autore di “Carta 08” alla cerimonia di consegna per il Nobel, ha sottolineato: “Siamo felici per il riconoscimento, ma la sedia vuota di Liu urlerà più di quanto possiamo fare noi”.

Mentre in Cina continuano gli arresti dei dissidenti vicini al movimento di Liu, oggi la Commissione che organizza la cerimonia di consegna del Premio ha confermato che 19 nazioni non parteciperanno alla giornata del 10 dicembre. Oltre a Cina, Russia, Cuba, Kazakhstan e Colombia – che avevano già annunciato il loro rifiuto – non saranno presenti Tunisia, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Iraq, Iran, Vietnam, Afghanistan, Venezuela, Filippine, Egitto, Sudan, Ucraina e Marocco. Di seguito il testo completo del discorso.

Grazie per aver organizzato questa conferenza e per avermi dato la possibilità di parlare con voi. Mi sento onorato di essere qui, sono troppo umile per questo onore. Nel corso degli ultimi anni, i miei amici della Visual Artists Guild, del gruppo Pen e di Reporter senza frontiere hanno sostenuto, senza mai abbandonare Liu Xiaobo, il suo lavoro e Charta ’08. Il vostro impareggiabile lavoro, amici miei, rappresenta il profondo sostegno della comunità internazionale per i diritti umani nella mia nazione, la Cina. Ci mantiene ancora sani di mente in una situazione che potrebbe invece tranquillamente farci scivolare nella reazione opposta. In giro per il mondo, sepolti in celle di prigione, sepolti vivi in tombe senza sole, ci sono attivisti per i diritti umani il cui unico raggio di sole è quel seme di libertà che conoscono soltanto attraverso il lavoro di queste organizzazioni per i diritti umani. I prigionieri di coscienza non sono sempre stati in catene.

Permettetemi di ricordarvi che Liu Xiaobo ha lavorato proprio qui, alla Columbia University, come ricercatore in visita. Qui ha potuto liberamente esprimere le sue opinioni. Ma oggi, mentre vi parlo con calma e in maniera aperta, Liu Xiaobo siede in una cella di una prigione del Liaoning, provincia nordorientale della Cina, lontano dalla moglie e dalla famiglia. Il suo crimine? Semplicemente aver proposto che quelle libertà di cui godiamo qui e di cui godiamo da secoli vengano applicate anche nella nostra nazione. Ma perché queste proposte sono un crimine in Cina? Dopo essere stato condannato, lo scorso anno, Liu ha dichiarato: “Da molto tempo sono consapevole del fatto che quando un intellettuale indipendente si alza in piedi in uno Stato autocratico, fa un passo verso la libertà e un passo verso la prigione. Ora sto facendo questo passo; e la vera libertà è molto più vicina".

In effetti, Liu Xiaobo sta facendo questo passo. Ora tocca a noi unirci, tutti insieme, per mandare un messaggio al mondo e più direttamente al governo cinese: se Liu è colpevole, siamo tutti colpevoli; se Liu è un sovversivo, siamo tutti sovversivi. Tra pochi giorni sarò a Oslo, per testimoniare a un altro importante momento nella storia del movimento democratico cinese: la Commissione per il Premio Nobel celebrerà la consegna del Premio per la pace a Liu Xiaobo. È stato premiato per il suo “lungo e non violento impegno per i diritti umani fondamentali in Cina”.

È un momento che milioni di cinesi aspettano da tempo. Anche io attendevo questo momento. Ma, mentre preparo il mio viaggio, la mia gioia è mischiata dal dolore. La mia mente è appesantita dai ricordi solenni di amici che non possono viaggiare con me. Liu e sua moglie, Liu Xia, non potranno assistere a quel momento norvegese. Ci sarà una sedia vuota, quando il fascio di luce indicherà il punto in cui dovrebbe sedere il vincitore del Nobel. E discorsi come questi saranno pronunciati da tutti i presenti: mancherà il discorso di chi veramente merita di essere ascoltato.

Il Premio porta gioia alle persone, ma scatena anche molta pressione. Al momento, Liu è in galera e ha perso i contatti con il mondo esterno; Liu Xia, allo stesso modo, è stata “fatta sparire”. Alcuni giorni fa, un commentatore di internet che ho incontrato scherzava sul fatto di aver sognato di vincere il Nobel e di essersi svegliato terrorizzato. In queste circostanze, posso dire soltanto che c’è molto ancora da fare: la nostra missione è ancora molto distante dall’essere compiuta. Certo, oramai sappiamo abbastanza da poter dire quanto meno che siamo sulla strada giusta. Se impieghiamo il tempo giusto per raggiungere uno scopo, possiamo farcela. Sono diero di dire che, nonostante la pressione del Partito comunista cinese, il movimento civile in Cina sta facendo progressi consistenti. Il migliore esempio, fino ad oggi, viene dalle 12mila persone che – all’interno del Paese – hanno firmato Charta ’08. Hanno detto 12mila volte al Partito che non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio su alcune questioni fondamentali. E ogni giorno vediamo sempre più persone alzarsi in piedi contro il governo per difendere i propri diritti. Sempre più persone fanno sentire con forza la loro voce. Tutti questi cambiamenti sono ancora in divenire ma sono solidi, sono sinceri, sono potenti e porteranno a un cambiamento del paradigma nel prossimo futuro.

Sì, Liu Xiaobo sta compiendo quel passo; ma insieme a lui ci sono molti altri prigionieri di coscienza.

Ognuno di questi ha una storia da raccontare, triste ma capace di ispirare le persone. Ognuna di queste storie è una storia cinese, e comprendono il passato, il presente e il futuro del Paese. L’impegno a lungo termine e il sacrificio compiuto da Liu e da queste altre persone hanno abbassato il rischio, per gli altri, di partecipare al movimento democratico. I loro sforzi coraggiosi stanno cambiando in maniera graduale la causa: in principio poteva essere portata avanti soltanto da eroi; oggi può essere portata avanti da tutti. Se uniamo i nostri sforzi, posso assicurarvi che questo processo continuerà fino al giorno in cui la popolazione cinese potrà vivere libera dalla paura e piena di speranza. Grazie a generazioni di sforzi del popolo cinese, rappresentati da Liu Xiaobo, e da generazioni di sostegno della comunità internazionale, quel giorno è molto più vicino.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Pechino, dissidenti “sfondano” (filmando) il cordone che isola la moglie di Liu Xiaobo
02/01/2013
Bao Tong: Liu Xiaobo è stato un grande patriota cinese
26/07/2017 12:44
I dottori ai familiari di Liu Xiaobo: Preparatevi alla sua morte
07/07/2017 08:35
Bao Tong: Il governo cinese responsabile per la mancanza di cure a Liu Xiaobo
03/07/2017 11:15
Attivisti per i diritti umani: Liu Xiaobo torturato. Pechino gli faccia scegliere dove curarsi
29/06/2017 12:19


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”