06/03/2012, 00.00
CINA
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Lo sviluppo cinese (e le leggi repressive) rischiano di uccidere le Ong

di Chen Weijun
Una fonte di AsiaNews: "La Cina di oggi sembra l'Italia degli anni Cinquanta: tanto sviluppo ma anche tanta disparità. E il governo non aiuta chi cerca di operare nel sociale: competizione altissima, aumenti indiscriminati dei prezzi e dei salari e leggi contro le donazioni possono metterci in ginocchio".

Pechino (AsiaNews) - La Cina di oggi "sembra l'Italia degli anni Cinquanta: grande sviluppo economico ma anche un'enorme disparità. E il governo, che ha mezzi enormi, non aiuta lo sviluppo delle Ong. Il rischio è che la situazione diventi insostenibile per chi cerca di operare sul piano sociale, arrivando alla dolorosa decisione di abbandonare il campo". A parlare è una fonte di AsiaNews che opera nel campo sociale a Pechino.

Dopo la pubblicazione dei nuovi regolamenti sulla gestione dei fondi alle Organizzazioni non governative - una legge che penalizza quelle strutture religiose che ricevono denaro dall'estero [v. http://www.asianews.it/notizie-it/I-nuovi-limiti-di-Pechino-alle-Ong-religiose-%E2%80%9Ccomplicano-una-vita-gi%C3%A0-difficile%E2%80%9D-24129.html] - gli operatori sociali rischiano di veder chiuso un "rubinetto" fondamentale: "Qui il problema non è tanto religioso. La questione è che il governo si agita per paura di veder crescere in casa un movimento simile a quello della Primavera araba e blocca i finanziamenti. Ma in questo modo ci strozzano".

La questione non è teorica: "Se fino a ieri, per raggiungere un dato obiettivo, ci servivano dieci dollari ogni ce ne servono venti. L'inflazione, l'aumento delle spese quotidiane e il conseguente aumento dei salari sono un fattore costante. E non è facile restare sul campo, mantenere nella propria organizzazione dei dipendenti che - da un giorno all'altro - ti chiedono il doppio dello stipendio. Il governo, poi, peggiora la situazione: loro possono permettersi questi aumenti e portano via le persone più preparate, che magari abbiamo formato per anni".

Insomma, la crescita economica della Cina non ha solo risvolti positivi: "Noi siamo felici di vedere che il Paese avanza in tanti campi, ma si deve rendere conto che lo sviluppo deve essere sostenibile. In questa politica lavorativa miope, invece, sembra non tenere in alcuna considerazione i settori sociali. La tentazione è quella di lasciare perdere, ma così a perderci saranno soltanto i nostri assistiti. Un prezzo molto alto da pagare".

 

 

 

 

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