11/11/2011, 00.00
SRI LANKA
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Lo sviluppo economico dello Sri Lanka minaccia persone, pesci ed elefanti

di Melani Manel Perera
Terreni confiscati, foreste distrutte, case abbattute, fauna marina e di terra a rischio, contadini e pescatori sfollati dai loro villaggi. Associazioni umanitarie chiedono unità alla popolazione e sostegno internazionale per promuovere uno sviluppo sostenibile, contro i mega progetti turistici del governo.
Colombo (AsiaNews) – Terreni confiscati dalle autorità; foreste distrutte; case e baracche abbattute; migliaia di persone sfollate dai loro villaggi e senza più un lavoro; pesci ed elefanti a rischio. Il territorio e la natura dello Sri Lanka sono “in crisi”, per colpa di una corsa allo sviluppo che favorisce le grandi multinazionali, ma danneggia chi invece dovrebbe esserne il primo beneficiario: la popolazione. A lanciare l’allarme è la National Alliance for Right to Land, che chiede alla gente di essere unita e non aver paura a protestare, oltre che il sostegno della comunità internazionale.

Nell’ultimo anno il governo del presidente Mahinda Rajapaksa ha avviato una serie di progetti di sviluppo – soprattutto nell’ambito del turismo – per rendere lo Sri Lanka una “Meraviglia dell’Asia”. Piani che colpiscono le fasce più deboli della popolazione: contadini, allevatori e pescatori in primis.

“Io e la mia famiglia – racconta una delle tante vittime di questi progetti – siamo sfollati dal 2007 (prima della fine del trentennale conflitto etnico, conclusosi nel 2009, ndr). Vivevamo a Mullikulam, nel distretto di Mannar: la marina srilankese ci ha portato via i nostri 1.200 acri di terra ‘per motivi di sicurezza’. Avevamo una vita ricca, serena, perché il nostro villaggio era molto fertile… Eravamo pescatori e allevatori. Adesso, siamo dei mendicanti che dormono dove capita. Vogliamo solo tornare a casa e ricominciare”.

“Come Paese – sottolinea Sajeewa Chamikara, direttore dell’Environment Conservation Trust (Ect) – abbiamo bisogno di uno sviluppo sostenibile. Che non sia distruttivo, ma anzi migliori le vite della gente e protegga l’ecosistema del Paese”.

“Per paura – puntualizza Herman Kumara, segretario nazionale del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso) e membro onorario del World Forum for Fisheries People (Wffp) – i srilankesi sono riluttanti ad alzare la voce contro le ingiustizie del governo”.

I problemi colpiscono anche le grandi città come Colombo. P. Marimuttu Sathivel, pastore anglicano, racconta che per via del piano di abbellimento della città, le autorità stanno abbattendo slum e case vecchie e stanno “rinnovando” strade e infrastrutture. Adesso nella capitale il tempo a disposizione per attraversare la strada è di appena 12 secondi: “Una cosa senza senso – commenta il sacerdote –, come fanno i bambini piccoli e gli anziani? Tutti noi vogliamo che le città siano belle. Così come vorremmo dare case migliori ai più poveri: ma questo dovrebbe accadere senza effetti negativi sulla popolazione. Per ottenere questo, dobbiamo agire uniti”.

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