31/07/2012, 00.00
G. BRETAGNA – A. SAUDITA
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Londra 2012: La judoka saudita potrà gareggiare (ma con il velo)

L’atleta parteciperà indossando uno speciale copricapo. In origine, l’International Judo Federation (Ijf) aveva ammesso Wojdan AliSeraj Abdulrahim Shaherkani, ma a capo scoperto “per ragioni di sicurezza”. Il padre della giovane ha minacciato il ritiro della figlia dalla gara. La ragazza gareggerà il prossimo 3 agosto nella categoria +78 kg.

Londra (AsiaNews/Agenzie) - La judoka saudita potrà gareggiare nella sua disciplina olimpica, indossando un velo "speciale". Lo hanno annunciato la Saudi National Olympic Committee, l'International Olympic Committee e l'International Judo Federation (Ijf), risolvendo così la disputa che rischiava di non veder salire sul tatami l'atleta. Wojdan AliSeraj Abdulrahim Shaherkani, 16 anni, combatterà il prossimo 3 agosto nella categoria +78kg. Le autorità non hanno ancora rivelato il design che avrà l'hijab versione judo.

Negli ultimi giorni, alcune dichiarazioni dell'Ijf hanno rischiato di "impedire" alla ragazza di partecipare alle Olimpiadi. Il presidente dell'Ijf, Marius Vizer, aveva infatti affermato che l'atleta avrebbe dovuto gareggiare senza l'hijab, per ragioni di sicurezza. A quel punto, il padre della judoka ha minacciato il ritiro della figlia dalle competizioni, se le autorità le avessero impedito di indossare il velo islamico.

Secondo il regolamento ufficiale dell'Ijf, gli atleti non possono indossare alcun tipo di copricapo durante gli incontri: nel corso del combattimento infatti, tale indumento potrebbe spostarsi e causare strangolamenti o altri problemi.

Wojdan AliSeraj Abdulrahim Shaherkani è una delle due atlete saudite che rappresentano il Paese ai Giochi di Londra 2012. L'altra è Sarah Attar, che competerà negli 800m di atletica. L'Arabia Saudita ha cancellato il bando delle donne dalle Olimpiadi il 26 giugno scorso, per evitare l'esclusione dalle competizioni per discriminazione sessuale. La Carta olimpica prevede infatti l'esonero del Paese che pratica una qualunque forma di discriminazione. Sulla scia del regno saudita, anche Qatar e Brunei hanno inviato atlete ai Giochi. 

 

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