30/07/2019, 11.35
CINA-VATICANO
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L’unità della Chiesa in Cina dopo l’accordo sino-vaticano (I)

di Duo Mu

Il dialogo del Vaticano con il governo cinese, che ha portato alla firma dell’accordo sulle nomine dei vescovi, non sembra creare più unità nella Chiesa. Governo e Fronte unito continuano a propagandare una “Chiesa indipendente”, sottomessa totalmente al Partito comunista. La politica del Partito verso i cattolici non è cambiata: si è solo aggiornata.

Pechino (AsiaNews) – Il tanto sperato dialogo e l’accordo sino-vaticano non stanno producendo una maggiore unità nella Chiesa. Al contrario, governo e Fronte unito continuano a propagandare una “Chiesa indipendente”, sottomessa totalmente al Partito comunista cinese. È l’opinione espressa da Duo Mu (Thomas), un laico cattolico dell’Hebei, del quale pubblichiamo oggi la prima parte. Per Duo Mu, la politica del partito comunista cinese verso la Chiesa cattolica non è cambiata: si è solo aggiornata.

 

In seguito all’apertura della Cina negli anni ’80, la Chiesa ha vissuto i pontificati di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e dell’attuale papa Francesco mostrando con cordialità di voler entrare in dialogo con le autorità cinesi. Grazie ad umiltà e pazienza, il 22 settembre 2018, Cina e Vaticano si sono finalmente incontrati a Pechino, firmando l’Accordo Provvisorio sulla nomina dei vescovi. Credo che tutta la Chiesa cinese, quella riconosciuta e quella non riconosciuta dalle autorità, sia favorevole al dialogo tra Vaticano e governo cinese. Come ben sappiamo, non è possibile risolvere i problemi senza il dialogo, permettendo di far crescere la reciproca fiducia tra Vaticano e le autorità cinesi. Questo è un momento storico, e ci dimostra che Cina e Vaticano si stanno incamminando sulla via del dialogo.

1. I limiti e la durata dell’Accordo Sino-Vaticano

La denominazione completa dell’Accordo Sino-Vaticano dovrebbe essere “Accordo Provvisorio Sino-Vaticano sulla nomina dei vescovi”, i limiti dell’Accordo riguardano il suo contenuto che verte esclusivamente sulla “nomina dei vescovi”, ovvero la parte pastorale; mentre la durata dell’Accordo è indicata dalla sua “provvisorietà” che è di due anni.

Papa Francesco, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, ha detto che l’Accordo non è “un’opera di getto”, bensì “un vero cammino”, e il processo di negoziato consiste nel “fare due passi avanti e uno indietro, poi di nuovo due passi avanti e uno indietro”. Il portavoce della Santa Sede Greg Burke ha affermato che questo Accordo non rappresenta la fine di un processo, ma il suo inizio. Secondo quanto riporta la Stampa Vaticana, “Il suddetto Accordo Provvisorio, che è frutto di un graduale e reciproco avvicinamento, viene stipulato dopo un lungo percorso di ponderata trattativa e prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione. Esso tratta della nomina dei Vescovi, questione di grande rilievo per la vita della Chiesa, e crea le condizioni per una più ampia collaborazione a livello bilaterale” (Comunicato della Sala stampa vaticana, 22 settembre 2018).

Possiamo dunque vedere che l’Accordo Sino-Vaticano non è un frutto maturo: ciò che entrambe le parti hanno raggiunto dopo un lungo percorso di trattativa è “valutare la situazione passo dopo passo”. Il suddetto Accordo prevede continue revisioni e riadattamenti nella sua attuazione; in caso di contrasti e dissensi, l’Accordo ammette eventuali modifiche, revisioni e persino annullamento. Osannare un accordo di cui non si conosce il contenuto, il futuro andamento e neppure il risultato è pertanto l’atteggiamento di “Ah Q” che lo scrittore Lu Xun ha descritto nel suo romanzo, il quale ignora la verità e tenta di scappare dalla realtà auto-ingannandosi.

 

2. Le politiche adottate dall’autorità cinese nei confronti del Cattolicesimo sono cambiate?

Come ben sappiamo, con la proclamazione della Repubblica nel 1949, il governo cinese ha adottato dure politiche per reprimere la religione, dal Movimento di Educazione Socialista alla Rivoluzione Culturale. Nel contempo, attraverso le strategie del Fronte Unito, le autorità hanno cercato di fondare in Cina un “Cattolicesimo cinese” che sia indipendente dal papa, negando pubblicamente il primato del papa. Durante il rito di consacrazione del vescovo e sacerdote, bisognava giurare di separarsi dal papa e seguire i leader del Partito comunista; nei libretti come la Liturgia delle Ore, il Messale e la Sacra Bibbia, tutte le frasi e dottrina dettate dal papa venivano cancellate; non era permesso pregare per il papa ecc. Solo verso la fine degli anni ‘80 la situazione ha avuto qualche miglioramento. La politica di reprimere la religione con la violenza ha subito dei cambiamenti, lasciando che la religione si dilegui naturalmente col maturare del socialismo. Nel 1982 viene emesso il documento “I punti e le politiche focali riguardanti la questione della religione durante il periodo socialista” (conosciuto anche come “Il Documento 19”); nel 1989 viene emesso “Il terzo documento” che tratta di come intensificare il lavoro in merito al Cattolicesimo in un contesto nuovo; poi vi è “Il sesto documento” del 1991 che tratta ulteriormente le questioni religiose, e i recenti “Regolamenti degli affari religiosi”, ecc. In apparenza le politiche sulla religione hanno conosciuto rinnovamenti, ma in verità l’attitudine che il governo ha nei confronti della religione, e così anche le politiche adottate sono rimaste pressoché invariate. Dopo l’Accordo Sino-Vaticano, le autorità locali hanno iniziato ad effettuare cambiamenti sui sacerdoti sotterranei, e il governo ha chiaramente comunicato: “L’Accordo Sino-Vaticano è stato firmato, ma le politiche sulla religione non cambiano, tutto rimane come prima”. Pertanto, i “cambiamenti delle politiche sulla religione” sono in realtà dei cambiamenti sulle strategie del Fronte Unito. Per quanto riguarda il Cattolicesimo, non è mai cambiata la politica base e centrale, quella di “creare una Chiesa indipendente e nominare liberamente e indipendentemente i vescovi”, e il governo non ha a sua volta cambiato idea nel fondare una “Chiesa indipendente”.

Tuttavia, per quale motivo le autorità cinesi falliscono ogni tentativo di reprimere e controllare il Cattolicesimo, e cosa spinge il governo a cambiare e rinnovare continuamente le strategie del Fronte Unito? Sono la fede verso la verità e la fedeltà verso il papa della Chiesa cattolica in Cina che hanno reso tutto questo possibile, e nonostante le vicissitudini vissute, la Chiesa cattolica in Cina non ha mai dimenticato l’intento originale, e continua ad essere fedele alla propria coscienza, malgrado le persecuzioni. La “Chiesa indipendente” separata dal papa non è pertanto la Chiesa cattolica; i vescovi senza la nomina del papa non sono neanche i pastori della Chiesa; ciò che è falso non può travestirsi da verità, nonostante avesse funzionato per ben 60 anni con l’ausilio del governo, assomigliando sempre di più al cattolicesimo, ma senza poter mascherare il suo vero volto.

(Fine prima parte)

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