01/06/2019, 11.30
INDIA
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L’India perde il primato di economia più veloce al mondo

La crescita nell’ultimo trimestre è stata del 5,8%, la più bassa da 17 trimestri. Il tasso di disoccupazione è il più alto da 45 anni, come già trapelato nei mesi scorsi. Analisti criticano il ritardo nella pubblicazione dei risultati. Le promesse non mantenute del “Modinomics”.

New Delhi (AsiaNews) – L’India perde il primato di economia più veloce al mondo. Lo rivelano i dati diffusi ieri dal governo appena insediato, secondo cui nel trimestre gennaio-marzo 2019 la crescita sarebbe stata solo del 5,8%. Ciò significa che nell’ultimo anno fiscale (aprile 2018-marzo 2019) la crescita complessiva si è fermata al 6,8%. Si tratta del livello più basso mai raggiunto in 17 trimestri, per la prima volta inferiore agli standard della Cina.

Subhash Chandra Garg, segretario delle Finanze, afferma che il rallentamento della crescita è dovuto al crollo del consumo e degli investimenti privati. Secondo lui, i primi segnali di ripresa dovrebbero manifestarsi nel terzo trimestre (luglio-settembre 2019), quando i tassi d’interesse saranno più favorevoli e ci sarà un aumento della liquidità.

Ieri è stato diffuso in via ufficiale un altro dato critico: quello sulla disoccupazione, arrivata al 6,1% della forza lavoro, cioè il tasso più elevato da 45 anni. Il livello conferma quanto trapelato nei mesi scorsi grazie a un’inchiesta del Business Standard, che era riuscito ad ottenere un rapporto sulla situazione occupazionale nel Paese che il governo di Narendra Modi non voleva diffondere.

La notizia aveva fatto scalpore perché due responsabili dello studio si erano dimessi come forma di protesta per il ritardo nella pubblicazione di stime così rilevanti. In seguito oltre 100 tra i più autorevoli esperti d’economia a livello mondiale avevano accusato l’esecutivo di truccare i suoi dati per non influenzare l’opinione pubblica in vista delle elezioni generali che si sono concluse la settimana scorsa.

Gli analisti sospettano che la pubblicazione dei risultati economici sia stata ritardata apposta per non compromettere la rielezione del premier al secondo mandato. I dati confermano le critiche di numerosi esperti, cioè che il “Modinomics” – la ricetta con cui il premier aveva promesso di rilanciare lo sviluppo del Paese – non ha funzionato.

Nel primo mandato (2014-2019), il capo del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp) aveva assicurato una ripresa per tutti i settori dell’economia. Come primo obiettivo, 250 milioni di posti di lavoro in 10 anni, quindi una media di 25 milioni ogni anno: nel 2016 l’aumento degli occupati è stato di 1,4 milioni, mentre nel 2017 di 1,8 milioni.

Nelle campagne si trova la situazione peggiore: un giovane su cinque non lavora. Modi aveva promesso ai contadini il 50% del ricavato del raccolto e il raddoppio del salario entro il 2022. Al momento il settore agricolo mostra segni di netto peggioramento: nel periodo 1994-2004 la crescita era stata in media del 3,7%, il quello 2014-2017 è stata del 2,51%.

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