18/01/2011, 00.00
IRAN - AFRICA
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L’Iran, buon alleato di molti Paesi africani

Teheran stabilisce industrie ed esporta tecnologia in Africa e ha buoni rapporti con molti Paesi. Offre soggiorni agli studenti e coltiva le relazioni con i gruppi islamici locali, parlando di collaborare per creare un futuro migliore per l’umanità.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – L’Iran, boicottato da molti Paesi per il suo programma nucleare e per il sospettato sostegno al terrorismo islamico, è molto attivo in Africa, sia per commerci che nel settore degli aiuti internazionali.

Teheran è favorita dall’ampia presenza di Stati e governi islamici, ma sa anche agire in modo spregiudicato, presentandosi come Paese indipendente dai grandi blocchi internazionali e richiamandosi al Movimento degli Stati non allineati, che ha sempre affascinato molti Paesi africani. Nel febbraio 2008 ha offerto di mediare per la disputa di confine tra Ciad e Sudan, il suo più stretto alleato africano. Nell’aprile 2009 una sua delegazione ha partecipato a Bruxelles alla conferenza per i donatori verso la Somalia, ospitata dall’Unione Europea e promossa dalle Nazioni Unite. Le fondazioni religiose iraniane hanno stretti rapporti con le minoranze sciite in Paesi come Senegal e Nigeria, ma i rapporti sono spesso amichevoli anche con i sunniti, che sono la maggioranza dei musulmani africani. Tehrean spesso ospita studenti africani che studiano l’islam.

Gli scambi commerciali sono in rapida espansione. Nel 2007 la Khodro, leader automobilistica iraniana, ha inaugurato una fabbrica in Senegal e ha concordato di fornire al Gambia autobus e veicoli commerciali pesanti per due miliardi di dollari. Nel 2008 l’Iran ha concordato la fornitura di tecnologia nucleare alla Nigeria per generare elettricità. Nel 2010 ha concluso vari accordi con Repubblica Centraficana e Tanzania per creare infrastrutture e migliorare l’agricoltura. Iran e Kenya stanno studiando un accordo di libero scambio.

A Teheran si è svolto il 14 e 15 settembre 2010 il Summit Iran-Africa, con la partecipazione di leader di governo e imprenditori di oltre 40 Nazioni africane (nella foto). Il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha magnificato i reciproci rapporti, fondati “sul rispetto dei diritti delle Nazioni e sulla dignità” e ha auspicato una sempre maggiore collaborazione per realizzare “un luminoso futuro per l’umanità”.

Negli ultimi anni Ahmadinejad ha visitato Senegal, Zimbabwe, Uganda, Mali, Nigeria, Gibuti, Comore, Kenya, Sudan, Algeria e Gambia, mentre missioni di massimo livello sono state in Sudafrica, Angola e Ghana.

L’Africa ha grande bisogno di aiuti e investimenti e l’Iran è però caduto in veri incidenti diplomatici. Come il 26 ottobre 2010 quando la dogana nigeriana ha fermato container iraniani diretti al porto di Apapa a Lagos, contenenti armi da guerra per 20 milioni di dollari. La Nigeria ha accusato due membri della Islamic Revolutionary Guards Corps, primaria forza militare iraniane, sospettando che le armi fossero dirette ai ribelli del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger. Quando il ministro iraniano degli Esteri ha risposto che erano dirette “a un altro Paese dell’Africa occidentale” si è ipotizzato che fossero destinate ai ribelli indipendentisti del Movimento delle forze democratiche del Casamance in Senegal, passando per il Gambia, entrambi Paesi a maggioranza islamica. Per reazione, il Gambia ha interrotto le relazioni diplomatiche con l’Iran a novembre, il Senegal ha richiamato il proprio ambasciatore a Teheran a dicembre. L’Iran ha poi accusato “servizi segreti ostili” di cercare di diffamarlo.

Ciò malgrado, Teheran, che non può certo competere in Africa con colossi come Cina e Stati Uniti, continua a cercare di ritagliarsi un suo ambito, utile anche per aggirare le sanzioni internazionali.  

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