11/11/2019, 08.58
IRAN - CINA
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L’Iran annuncia un giacimento da 53 miliardi di barili e rafforza i legami con Pechino

La nuova riserva si trova nella provincia sud-occidentale del Khuzestan e ha un’area di 2400 km2. Cina e Iran hanno firmato una partnership economia e commerciale da 400 miliardi di dollari. Investimenti nell’energia e nelle infrastrutture. Gli Emirati invitano la Repubblica islamica al tavolo dei negoziati per allentare la tensione nella regione. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Un nuovo giacimento petrolifero nel sud-ovest del Paese, con un potenziale così elevato da aumentare di almeno un terzo le riserve complessive. È quanto ha annunciato ieri il presidente iraniano Hassan Rouhani, secondo il quale l’ingente riserva si trova nella provincia del Khuzestan, ha un’area di 2400 km quadrati e potrebbe contenere fino a 53 miliardi di barili di greggio. 

“I lavoratori e gli addetti all’esplorazione della Compagnia petrolifera nazionale iraniana - ha sottolineato ieri Rouhani in un discorso nella città centrale di Yazd, trasmesso in tv - hanno scoperto un giacimento con riserve da 53 miliardi di barili”. I proventi del petrolio, ha quindi aggiunto, potranno aumentare di 32 miliardi di dollari “se il tasso di estrazione aumenta anche solo dell’1%”. 

La Repubblica islamica è la quarta nazione al mondo per riserve di petrolio e il secondo per gas. Nel gennaio 2018 le riserve stimante in termini di barili di petrolio era di 157 miliardi di barili. “Mi rivolgo alla Casa Bianca - ha concluso il presidente - per dirvi che, nel momento in cui voi mettete sanzioni sul petrolio iraniano, operai e ingegneri della compagnia nazionale sono stati in grado di scoprire 53 miliardi di barili”. 

Il riferimento di Rouhani è alla decisione presa da Donald Trump nel maggio 2018 di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) del 2015 e introdurre le più dure sanzioni della storia. Washington ha poi rafforzato la presenza militare e azzerato le esportazioni di petrolio, colpendo la popolazione e innescando una gravissima crisi economica.

Per arginare gli effetti delle sanzioni Usa, la Repubblica islamica punta sulla Cina rafforzando la partnership economia e commerciale, soprattutto nel campo energetico e delle infrastrutture. Prova ne è l’accordo siglato al termine di una visita ufficiale a Pechino del ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif, in base al quale Pechino mette sul piatto della bilancia un piano di investimenti di 400 miliardi di dollari.

Un progetto ambizioso e il più importante piano di investimenti che il Paese del Dragone abbia mai fatto in una nazione straniera, parte integrante del Belt and Road Initiative (BRI). Secondo le prime informazioni, il progetto di sviluppo prevede investimento cinesi per 280 miliardi nel settore petrolifero e del gas naturale. Altri 120 miliardi verranno stanziati per rafforzare trasporti e infrastrutture per i primi cinque anni in cui sarà in vigore l’accordo. In cambio Pechino avrà un canale preferenziale per decidere se partecipare o meno a tutti i futuri progetti petrolchimici che verranno avviati dalla Repubblica islamica. 

Infine, sul versante diplomatico gli Emirati Arabi Uniti invitano l’Iran al tavolo dei negoziati con le potenze mondiali e i governi della regione, per raggiungere un “nuovo accordo” che allenti la tensione nell’area mediorientale. “Ulteriori escalation a questo punto - ha sottolineato il ministro di Stato Eau degli Esteri Anwar Gargash - non servono a nessuno e crediamo con forza che vi sia spazio per il successo di una diplomazia collettiva”. Egli ha infine messo in guardia contro una “scelta sbagliata” fra guerra e un accordo atomico “imperfetto”.

La scorsa settimana il presidente iraniano aveva scritto una lettera ai re dell’Arabia Saudita e del Bahrain, invitandoli al confronto e al dialogo verso “pace e stabilità”.

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