05/01/2018, 13.03
AFGHANISTAN
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L’Isis alla conquista di Kabul

Esperto: l’Isis sconfitto in medio oriente, ma non come progetto politico. I “lupi solitari” sono la “più pericolosa forma di attività terrorista al momento”. Serve un nuovo approccio per sconfiggere al propaganda islamista.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – L’Isis “liquidato” in Medio Oriente cercherà di stabilire un “califfato surrogato” in Afghanistan, Pakistan e nel Kashmir, continuando la sua propaganda per attirare migliaia di giovani musulmani sunniti. È quanto sostenuto da Andrei Serenko, esperto di scienza politica del Centro per gli studi dell’Afghanistan moderno, in un’intervista rilasciata ieri a Fergana News. Secondo lo studioso, è necessario un nuovo approccio per sconfiggere lo Stato islamico e la sua “sub-cultura post-moderna”.

Per Serenko, dopo le sconfitte militari in Siria e Iraq si può “parlare della liquidazione del progetto Isis” nella forma che il mondo ha conosciuto fra il 2014 e il 2016, ma non della “liquidazione dello ‘Stato islamico’ come progetto politico”.

“In Afghanistan, l’Isis cercherà di costruire un califfato surrogato al posto di quello perduto in Iraq e Siria, affidandosi a due eccezionali risorse – le grandi entrate del mercato della droga e la gioventù locale”: tre quarti dei 34,6 milioni di afghani hanno meno di 30 anni e, “secondo le stime più a ribasso, le organizzazioni terroriste in Afghanistan guadagnano più di 200 milioni di dollari all’anno dalla vendita di eroina”.

Non si può poi dimenticare la “più pericolosa forma di attività terrorista al momento”, quella dei “lupi solitari” ispirati dalla propaganda dell’Isis. Secondo gli osservatori dello Stato islamico, gli attacchi a opera di questi singoli hanno una maggiore risonanza politica e per questo motivo l’Isis incoraggia i suoi sostenitori in Russia, Stati Uniti ed Europa a rimanere nei loro Paesi per preparare attacchi individuali a casa.

Nel concludere, l’esperto sottolinea che l’Isis è “più di un gruppo criminale o una setta religiosa militare”: esso rappresenta un fenomeno che crea “modelli vividi e attraenti di coscienza e comportamento di massa” che attira soprattutto i giovani. Per sconfiggere la sua propaganda, è necessario un nuovo approccio che tenga conto anche dell’aspetto “culturale” e che non si basi in modo esclusivo su argomenti e istituzioni del vecchio “moderato” islam, dimostratesi inefficaci. “Sperare che i nostri rispettabili imam dai capelli grigi, che non sanno accendere un computer, possano sconfiggere la subcultura post-moderna dell’Isis, basata su tecnologie digitali e nuovi mezzi di comunicazione, è come curare l’Aids con l’aspirina”, commenta Serenko.

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