01/06/2011, 00.00
GIAPPONE-ONU
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L’Onu: Tokyo ha “sottovalutato” il rischio tsunami a Fukushima

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha pubblicato un rapporto di tre pagine sul disastro della centrale nucleare. Si parla di carenze, ma si loda anche come “esemplare” la reazione alla crisi. In dubbio il futuro dell’industria nucleare in tutto il Paese. Il governo ha accettato il rapporto.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il Giappone ha “sottovalutato” il rischio provocato dallo tsunami alle sue centrali nucleari, in particolare Fukushima. Lo dichiara l’ente nucleare delle Nazioni Unite, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), in un rapporto consegnato al governo di Tokyo. Ma allo stesso tempo ha definito “esemplare” la reazione alla crisi causata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo. Inoltre l’Aiea sostiene che il Paese deve sorvegliare con grande cura i rischi legati alla salute delle persone dopo la crisi ancora in corso all’impianto nucleare Fukushima Daiichi.

Il rapporto mette in luce alcune delle carenze rese evidenti dal disastro. In particolare sottolinea l’incapacità di prevedere la possibilità di uno tsunami che superasse il muro di difesa (dai cinque ai sette metri) della centrale, a dispetto degli avvertimenti in questo senso da parte di enti statali e da parte degli scienziati della Tokyo Electric Power Company (Tepco) che gestisce l’impianto.

L’Aiea ha anche messo in rilievo l’importanza di osservatori indipendenti nel campo dell’energia nucleare. In Giappone ci sono state critiche perché l’Agenzia per la sicurezza nucleare fa parte del ministero dell’Industria, che promuove l’energia atomica. Goshi Hosono, assistente del Primo ministro Naoto Kan, ha accettato il rapporto dell’Aiea, in un primo passo destinato a dimostrare che le autorità giapponesi vogliono applicare la lezione di Fukushima alla loro industria nucleare, rendendo più sicuri i reattori in funzione. Hosono ha dichiarato che il governo rivedrà i parametri di attività del settore. Il rapporto sarà discusso in una conferenza internazionale a livello di ministri dal 20 al 24 giugno a Vienna.

Il Giappone ha in attività 19 dei suoi 54 reattori. Il loro numero è destinato a diminuire, se il governo non sarà in grado di rassicurare le autorità locali dell’efficienza delle nuove misure di prevenzione. Nel peggiore dei casi prevedibili, entro la metà dell’anno prossimo tutti i reattori potrebbero essere chiusi, con un taglio del 30% nella produzione dell’elettricità, alzando così la possibilità di un razionamento permanente dell’energia. Il disastro di Fukushima ha obbligato circa 80mila persone ad abbandonare le loro case, e ha sollevato preoccupazioni profonde per la sicurezza, in particolare dei bambini e del cibo.

 

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