09/11/2018, 11.15
SIRIA-TURCHIA
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L’assassinio di Al Huweidi mette fine al sogno di un Kurdistan siriano autonomo

di Pierre Balanian

Bashir Faisal Al Huweidi era un importante dignitario delle tribù arabe del Nordest siriano, alleate dei curdi. Ma egli era contrario alla supremazia dei curdi. La rivendicazione di Daesh per il suo assassinio era una “fake news”: il sito islamista era stato hackerato. Ora le tribù arabe considerano i curdi siriani una “forza di occupazione”.

Al Raqqah (AsiaNews)- Il sogno di un Kurdistan siriano autonomo sta scomparendo fra le obiezioni poste dalla popolazione araba locale e le minacce turche dall’altra. La rottura quasi definitiva fra curdi e arabi a Raqqa è avvenuta la scorsa settimana. Mentre l’esercito turco colpiva postazioni a Tal Jihan (Hassake), in mano alle milizie Al Sanadid, composte da arabi della tribù di Shemmar, uniti alle Forze della Siria Democratica (Kassad), il 2 novembre ad Ar Raqqah è stato rinvenuto il corpo di uno dei dignitari arabi più importanti, ucciso con arma da fuoco e con colpi ravvicinati. La vittima è lo sceicco Bashir Faisal Al Huweidi, uno dei dignitari più in vista della tribù araba siriana di Al Afadila, accerrimo sostenitore della rivolta anti-governo e favorevole all’autonomia amministrativa e politica del Nordest siriano in vista di un sistema federale futuro. All’inizio, tutti i sospetti erano rivolti verso Damasco, o verso Ankara. Questa aveva già dichiarato che voleva continuare la lotta contro i “terroristi” (leggi: curdi) separatisti e i loro sostenitori anche oltre la sponda est dell’Eufrate.

Eppure nessuno ha accusato il governo siriano o turco, anzi al contrario, Kassad ha subito rivolto il dito accusatorio contro Daesh (SI). Neanche un’ora dopo, sul sito ufficiale di Daesh è apparsa una rivendicazione dello Stato islamico per aver “liquidato l’infedele alleato dei curdi”.

Tuttavia, un errore banale scagiona Daesh e svela che il comunicato è stato contraffatto. La rivendicazione, infatti, riporta la data dell’anno 2018 DC, ma nei documenti ufficiali e di rivendicazione Daesh ha sempre utilizzato la data dell’anno islamico del Hegira.

L’errore è stato subito corretto, ma ha suscitato domande: come è stato possibile pubblicare sul sito ufficiale di Daesh un comunicato falsificato? Esistono forse organismi esterni a Daesh che possiedono i codici di accesso dei siti del Califfato Islamico?

 Un esponente della tribù Al Afadila – che chiede l’anonimato - nega che Daesh sia dietro l’assassinio. Ad AsiaNews precisa: “lo sceicco Al Huweida, che Allah abbia misercordia di lui, non è mai fuggito da Ar Raqqah neanché nei momenti più difficili quando Ar Raqqah era sotto occupazione di Daesh. Se Daesh avesse voluto ucciderlo perché non lo ha fatto allora?”.

In effetti, lo sceicco assassinato aveva pessimi rapporti coi curdi ed era considerato il nemico numero uno dell’alleanza fra tribù arabe e i curdi siriani. Tale alleanza è importante per i curdi nel Nordest, che non essendo maggioranza, cercano il sostegno degli arabi, maggioritari, per creare il Kurdistan siriano o di Rojava. Ma lo sceicco era contrario alla crescente supremazia curda in quelle terre, arabe da secoli e dove i curdi sono arrivati fuggendo le persecuzioni turche subito dopo la Prima guerra mondiale.

Lo sceicco assassinato si era opposto all’allargamento dell’influenza curda in questa regione araba, dove da un anno a questa parte, le leggi dell’amministrazione locale tendono a rendere dominante la lingua curda, facendo perfino chiudere le scuole che rifiutano di adottare il sistema d’istruzione da loro imposto, mantenendo i libri scolastici scelti dal ministero dell’istruzione di Damasco. 

A questo punto, le tribù arabe hanno accusato i curdi di Kassad di essere dietro l’assassinio ed hanno annunciato la rottura di ogni alleanza militare, politica, economica e sociale coi curdi del Nord della Siria, in un momento particolare nel quale Daesh è riuscito a piazzarsi di nuovo in ampie zone fino al confine con l’Iraq.

Le tribù arabe, fra le quali le tribù di Al Walda, Al Sabkha, Al Ajil, Al Omeyrat, Al Huleisat e Abu Assaf hanno annunciato in un comunicato ad Ar Raqqah di voler iniziare una rivolta contro Kassad e lottare contro la presenza delle Forze della Siria Democratica nella Regione, affermando “che chiunque entri in conttato coi curdi o con Kassad verrà considerato un traditore”. La tribù di Abu Assaf ha perfino dichiarato le Forze della Siria Democratica come “Forza di occupazione”.

Gli arabi di Ar Raqqah hanno rifiutato di accogliere delegazioni curde venute per esprimere condoglianze e partecipare ai funerali ed al lutto di tre giorni dello sceicco morto. Due giorni fa, 200 dignitari di Ar Raqqah hanno rivolto un appello alle truppe americane presenti nella regione chiedendo loro di “condurre un’indagine indipendente e trasparente sull’assassinio e interrompere qualsiasi forma di sostegno alle milizie curde di Kassad”. Essi accusano i curdi di aver causato, “stravolgimenti demografici, allontanamento forzato degli abitanti, distruzioni, incendio di case, arresti arbitrari, torture, rapine a mano armata, disordine, terrore, arruolamento di adolescenti nelle milizie, spaccio di sostanze stupefacenti, fino ad arrivare all’imposizione dei prezzi ai produttori agricoli ed il ricorso alla segregazione e discriminazione nel rifornimento di acqua, elettricità e assegnazioni di incarichi municipali”.

L’equilibrio è rotto e svanisce forse per sempre il sogno di un Kurdistan siriano, una zona ricca di risorse idriche, petrolifere e di agraria dalla quale dipende tutta la Siria. La fretta dei curdi siriani di imitare i loro connazionali in Iraq, con leggi a favore del separatismo e basandosi solo sulla forza armata, hanno fatto fallire l’illusione del cosiddetto Rojava. E tutto ciò mentre si assiste ad un maggiore avanzamento dell’esercito regolare siriano da sud e dell’esercito turco da ovest.

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