26/03/2007, 00.00
PAKISTAN
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Manifestazioni di solidarietà con lo sciopero della fame dei detenuti cristiani

di Qaiser Felix
Varie ong per la tutela dei diritti umani e delle minoranze protestano per solidarietà con i detenuti cristiani del carcere di Adiala. I carcerati hanno proclamatola giorni uno sciopero della fame, per protestare che non è loro permesso di celebrare le funzioni religiose.

Lahore (AsiaNews) – Gruppi per la tutela dei diritti umani e delle minoranze hanno organizzato una manifestazione di solidarietà con i detenuti cristiani del carcere distrettuale di Adiala (Rawalpindi), che hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il divieto di poter celebrare i loro riti religiosi e la demolizione di una chiesa appartenente al carcere.

Alla dimostrazione , che si è svolta il 22 marzo, davanti al Circolo della stampa di Lahore, hanno partecipato, tra gli altri, membri della Commissione giustizia e pace, del Lahore Social Forum, del Giovani lavoratori cristiani, del Labour Party.

Secondo la ong protestante Sharing Life Ministry Pakistan, i detenuti subiscono maltrattamenti se domandano di poter tenere le loro funzioni religiose. Il coordinatore capo della ong ha detto che “non è la prima volta che l’Amministrazione carceraria maltratta i detenuti cristiani, ma non può essere tollerato che chi è in prigione non possa celebrare i suoi riti nemmeno nei giorni santi”. Si tratta di “un’azione crudele dei responsabili del carcere”. “Il governo pakistano deve proteggere i diritti religiosi dei detenuti cristiani, che hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini del Paese”.

Anche Patras Ghani, vicepresidente anziano del Partito nazionale cristiano pakistano, ha espresso solidarietà e ha detto in un comunicato stampa che “la comunità cristiana del Pakistan deve essere unita su alcuni principi comuni. Questa forma di persecuzione dimostra quale sia la tendenza del governo verso le minoranze del Paese”.

Il comunicato stampa congiunto di questi gruppi dice che nel carcere di Adiala i detenuti cristiani proseguono lo sciopero della fame, iniziato il 21 marzo, per protestare contro la sistematica discriminazione dell’amministrazione carceraria verso i loro diritti religiosi, come pure contro la demolizione di una chiesa nelle proprietà del carcere. Fonti giornalistiche riportano che alla protesta hanno aderito oltre 300 reclusi, molti appartenenti a minoranze non cristiane.

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