24/07/2019, 10.47
INDONESIA - FILIPPINE
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Marito e moglie indonesiani gli autori dell’attentato alla cattedrale di Jolo

È quanto rivela la polizia di Jakarta, secondo cui la coppia (Rullie Rian Zeke e Ulfah Handayani Saleh) aveva partecipato a un programma di de-radicalizzazione. Per gli inquirenti è una conferma dei “crescenti legami” fra jihadisti nel sud-est asiatico. Dopo le sconfitte in Siria e Iraq fondamentalisti indonesiani cercano di ripiegare in Afghanistan. 

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Sarebbero stati una coppia di coniugi di origine indonesiana, che in passato avevano partecipato a un programma governativo di de-radicalizzazione, gli autori dell’attentato alla cattedrale di Jolo, nel sud delle Filippine nel gennaio scorso. È quanto sottolinea in una nota la polizia di Jakarta, che sembra confermare le indiscrezioni emerse nelle giornate successive all’attacco (una trentina le vittime) e indirizzate verso la pista dell’estremismo estero

Fonti locali riferiscono che il coinvolgimento della coppia nell’attentato alla cattedrale di Jolo è una conferma dei “crescenti legami” fra i vari gruppi estremisti e i miliziani in tutto il sud-est asiatico, dalle Filippine all’Indonesia, passando per la Malaysia. Il portavoce della polizia indonesiana Dedi Prasetyo riferisce che un estremista di East Kalimantan arrestato il mese scorso ha confessato di aver “reclutato” Rullie Rian Zeke e la moglie Ulfah Handayani Saleh per l’attacco nelle Filippine. 

Il miliziano fermato, identificato con il solo soprannome di Yoga, e la coppia di coniugi ingaggiata per la strage sono parte del gruppo fondamentalista Jemaah Anshorut Daulah, messo al bando dal governo centrale di Jakarta. Secondo gli inquirenti, in passato il movimento ha dichiarato la propria alleanza allo Stato islamico (SI, ex Isis). 

Dalle prime informazioni emerge inoltre che Yoga poteva vantare contatti radicati con estremisti dell’Isis operativi in Afghanistan. Prasetyo aggiunge che Zeke e Saleh avevano cercato - non riuscendoci - di raggiungere la Siria assieme ai loro figli. Al rientro in Indonesia sono stati sottoposti a un programma di de-radicalizzazione promosso dal governo, per poi essere rilasciati. 

Questa vicenda conferma una volta di più le preoccupazioni delle autorità e dei gruppi anti-terrorismo per i legami in atto fra estremisti indonesiani, malaysiani e filippini i quali avrebbero intrecciato una vera e propria rete dalle maglie fitte e ben radicata. Un bacino di reclutamento dal quale ha anche attinto in passato l’Isis per le sue operazioni di guerriglia in Iraq e Siria, o per promuovere attacchi e attentati nei Paesi di origine dopo un periodo di formazione. 

Fondamentalisti indonesiani avrebbero cerato di raggiungere l’Afghanistan, dopo le sconfitte subite dall’Isis in Siria e Iraq. Fra questi vi sarebbe anche un uomo arrestato nella periferia di Jakarta e che stava progettando un attacco suicida durante le proteste del maggio scorso contro i risultati delle elezioni presidenziali nell’arcipelago.

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