28/08/2018, 14.25
BANGLADESH
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Merina, Happy e Cecilia missionarie dell’Immacolata: le nuove ‘spose di Cristo’

Sono state consacrate nella parrocchia di Maria Regina degli Apostoli a Dhaka. Le religiose provengono dalle diocesi di Rajshahi e Dinajpur e hanno “rafforzato lo zelo missionario” con un anno di formazione in India.

Dhaka (AsiaNews) – Si chiamano Merina, Happy e Cecilia e hanno pronunciato i voti perpetui fra le missionarie dell’Immacolata, istituto femminile associato al Pime (Pontificio istituto missioni estere). Sono le “nuove spose di Cristo” e porteranno il messaggio del Vangelo nei villaggi del Bangladesh. Ognuna con il proprio carattere, spiega sr. Anna Maria Panza, consigliera provinciale in Bangladesh: “Cecilia con la gentilezza; Happy con sensibilità e intraprendenza; Merina con un’allegria travolgente che investe chiunque”.

Le suore sono state consacrate lo scorso 15 agosto a Dhaka, nella parrocchia di Maria Regina degli Apostoli del quartiere di Mirpur-2. P. Quirico Martinelli, il parroco, racconta ad AsiaNews che la cerimonia è stata officiata da mons. Shorot Francis Gomes, vescovo ausiliare della capitale, ed è stata allietata da canti tradizionali e danze. “Le giovani sono un grande dono per la Chiesa bengalese”, afferma. Sr. Anna Maria riporta che “erano presenti circa 200 persone, tra parenti delle suore e parrocchiani. In seguito ognuna delle ragazze ha partecipato ad una seconda cerimonia nel villaggio d’origine, secondo la tradizione tribale di provenienza”. Le loro famiglie, spiega, sono cristiane: “Quella di Happy, bengalese, è cristiana di vecchia data, evangelizzata dai portoghesi; quelle di Merina e Cecilia, dell'etnia dei santal, sono cristiane di nuova generazione che hanno accolto il messaggio di Cristo attraverso l’opera evangelizzatrice dei missionari del secolo scorso, tra cui anche i padri del Pime”.

Cecilia Hembrom (v. foto 1, a destra) appartiene alla parrocchia di Sursunipara, nella diocesi di Rajshahi; è la minore di tre fratelli. “Fin da piccola – racconta sr. Annamaria – amava pregare, andare in chiesa e stare con le suore. Fino a quando ha espresso il desiderio di stare con Gesù. Dopo l’esame della 10ma classe, ha studiato dalle suore per 11 anni, ha conseguito una laurea breve (baccalaureato) in materie letterarie e ha frequentato dei corsi di teologia. Le piace molto leggere, soprattutto le vite dei santi. È una persona attenta agli altri, in particolare ai malati, poveri e sofferenti. Tratta tutti con gentilezza e si rende sempre disponibile”.

Happy Rozario (v. foto 1, al centro) è di Bonpara, diocesi di Rajshahi; proviene da una famiglia numerosa, con cinque sorelle e due fratelli. È cresciuta nella missione delle suore del Pime, poi ha studiato economia. “È una ragazza estroversa e sensibile, ama stare in mezzo alla gente, aiutare e coinvolgersi nelle situazione. È molto intraprendente e anche se non è capace nel fare qualcosa, lei si butta e ci prova”.

Merina Hasdak (v. foto 1, a sinistra) proviene dal villaggio di Hasarpara, parrocchia di Dhanjuri, diocesi di Dinajpur. “Voleva essere suora fin da bambina – dice sr. Anna Maria – e le suore la prendevano in giro e la coinvolgevano nelle iniziative. È sempre stata vivace e da piccola era molto discola. Le piace danzare, suona bene e canta. È una persona artistica e creativa”. “Merina – continua – è colei che porta gioia: dove c’è lei, c’è sempre un sorriso. Va a trovare gli anziani e le persone sole, ed è capace di portare allegria in ogni luogo”.

Le loro vocazioni, continua la consorella, “sono vocazioni semplici, più pratiche e basate sull’esperienza. Vivono con le suore, amano pregare e decidono d’intraprendere la stessa vita. Poi durante il periodo di formazione affrontano il percorso di discernimento vero e proprio. Nello specifico, le ragazze hanno trascorso un periodo di formazione apostolica in India, dove si è rafforzato in loro lo zelo missionario”.

Per quanto riguarda la cerimonia nel villaggio d’origine, conclude sr. Annamaria, “è stata una festa di matrimonio a tutti gli effetti. Sia per il rito, come il ‘Gaye Holud’, durante il corpo delle future spose viene cosparso con una crema di zafferano, sia per gli addobbi. Ma al posto di un uomo, il loro sposo era Cristo. E loro sono diventate spose di Cristo”.

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