26/10/2012, 00.00
VATICANO
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Messaggio del Sinodo: guardare "con sereno coraggio" al futuro dell'evangelizzazione

Non si tratta di inventare chissà quali nuove strategie, quasi che il Vangelo sia un prodotto da collocare sul mercato delle religioni. La nuova evangelizzazione chiama all'impegno tutto il Popolo di Dio. A partire dalla famiglia. Ma essa riguarda anche i giovani, la scuola, i media, la scienza e la cultura. L'incoraggiamento alle Chiese dell'Asia.

Città del Vaticano (AsiaNews) - La Chiesa guarda "con sereno coraggio" al futuro dell'evangelizzazione, anche in questo nostro mondo contemporaneo "colmo di contraddizioni e di sfide", ma che "resta creazione di Dio, ferita sì dal male, ma pur sempre il mondo che Dio ama". E' con questo sguardo che il "Messaggio al popolo di Dio", approvato questa mattina al Sinodo guarda le prospettive della nuova evangelizzazione nel nostro tempo.

"Condurre gli uomini e le donne del nostro tempo a Gesù, all'incontro con lui, è un'urgenza che tocca tutte le regioni del mondo, di antica e di recente evangelizzazione. Ovunque infatti si sente il bisogno di ravvivare una fede che rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale, la chiarezza dei contenuti e i frutti coerenti". "Qualcuno chiederà come fare tutto questo. Non si tratta di inventare chissà quali nuove strategie, quasi che il Vangelo sia un prodotto da collocare sul mercato delle religioni, ma di riscoprire i modi in cui, nella vicenda di Gesù, le persone si sono accostate a lui e da lui sono state chiamate, per immettere quelle stesse modalità nelle condizioni del nostro tempo".

Ma come durante il Vaticano II, del quale si ricorda l'inizio, 50 anni fa, lo sguardo è positivo. Così, "i fenomeni di globalizzazione devono essere per noi opportunità per una dilatazione della presenza del Vangelo. Così pure le migrazioni - pur con il peso delle sofferenze che comportano e a cui vogliamo essere sinceramente vicini con l'accoglienza propria dei fratelli - sono occasioni, come è accaduto nel passato, di diffusione della fede e di comunione tra le varietà delle sue forme. La secolarizzazione, ma anche la crisi dell'egemonia della politica e dello Stato, chiedono alla Chiesa di ripensare la propria presenza nella società, senza peraltro rinunciarvi. Le molte e sempre nuove forme di povertà aprono spazi inediti al servizio della carità: la proclamazione del Vangelo impegna la Chiesa a essere con i poveri e a farsi carico delle loro sofferenze, come Gesù. Anche nelle forme più aspre di ateismo e agnosticismo sentiamo di poter riconoscere, pur in modi contraddittori, non un vuoto, ma una nostalgia, un'attesa che attende una risposta adeguata".

Ma per evangelizzare bisogna innanzitutto essere evangelizzati. Serve perciò conversione, a partire dalla Chiesa stessa, perché le debolezze e i peccati dei cristiani pesano sulla loro credibilità. "Sappiamo di dover riconoscere umilmente la nostra vulnerabilità alle ferite della storia e non esitiamo a riconoscere i nostri peccati personali. Siamo però anche convinti che la forza dello Spirito del Signore può rinnovare la sua Chiesa e rendere splendente la sua veste, se ci lasceremo plasmare da lui".

Se da qui viene il rifiuto del pessimismo, la nuova evangelizzazione chiama all'impegno tutto il Popolo di Dio. A partire dalla famiglia, "luogo naturale dell'evangelizzazione" che "va sostenuta dalla Chiesa, dalla politica e dalla società. E all'interno della famiglia, si sottolinea il ruolo speciale delle donne, si ribadisce la responsabilità della figura paterna e si ricorda la situazione dolorosa dei conviventi, dei divorziati e risposati: pur nella riconfermata disciplina circa l'accesso ai sacramenti, si sottolinea che essi non sono abbandonati dal Signore e che la Chiesa è casa accogliente per tutti. Le comunità cattoliche siano accoglienti verso quanti vivono in tali situazioni e sostengano cammini di conversione e di riconciliazione".

Il Messaggio indica poi le parrocchie come centri irrinunciabili di evangelizzazione e ricorda l'importanza della vita consacrata e della formazione permanente per i sacerdoti ed i religiosi, invitando anche i laici all'annuncio del Vangelo. Particolare attenzione viene rivolta ai giovani "perché loro, che sono parte rilevante del presente dell'umanità e della Chiesa, ne sono anche il futuro. Anche verso di loro lo sguardo dei Vescovi è tutt'altro che pessimista. Preoccupato sì, ma non pessimista. Preoccupato perché proprio su di loro vengono a confluire le spinte più aggressive dei tempi; non però pessimista, anzitutto perché, lo ribadiamo, l'amore di Cristo è ciò che muove nel profondo la storia, ma anche perché scorgiamo nei nostri giovani aspirazioni profonde di autenticità, di verità, di libertà, di generosità, per le quali siamo convinti che Cristo sia la risposta che appaga.
Vogliamo sostenerli nella loro ricerca e incoraggiamo le nostre comunità a entrare senza riserve in una prospettiva di ascolto, di dialogo e di proposta coraggiosa verso la difficile condizione dei giovani. Per riscattare, e non mortificare, la potenza dei loro entusiasmi. E per sostenere in loro favore la giusta battaglia contro i luoghi comuni e le speculazioni interessate delle potenze mondane, interessate a dissiparne le energie e a consumarne gli slanci a proprio vantaggio, togliendo loro ogni grata memoria del passato e ogni serio progetto del futuro".

Ma l'orizzonte della nuova evangelizzazione si allarga a tutti i luoghi della presenza e dell'agire dell'uomo. "Ovunque si sviluppano le conoscenze dell'uomo e si dà un'azione educativa, la Chiesa è lieta di portare la propria esperienza e il proprio contributo per una formazione della persona nella sua integralità".

Accanto alla scuola c'è "il mondo delle comunicazioni sociali, strada su cui, soprattutto nei nuovi media, si incrociano tante vite, tanti interrogativi e tante attese. Luogo dove spesso si formano le coscienze e si scandiscono i tempi e i contenuti della vita vissuta".

"Un particolare ambito dell'incontro tra fede e ragione si ha oggi nel dialogo con il sapere scientifico. Esso, per sé, è tutt'altro che lontano dalla fede, essendo una manifestazione di quel principio spirituale che Dio ha posto nelle sue creature e che permette loro di cogliere le strutture razionali che sono alla base della creazione. Quando scienze e tecniche non presumono di chiudere la concezione dell'uomo e del mondo in un arido materialismo, diventano un prezioso alleato per lo sviluppo della umanizzazione della vita".

 "Un ambito in cui la luce del Vangelo può e deve risplendere per illuminare i passi dell'umanità è quello della politica, alla quale si chiede un impegno di cura disinteressata e trasparente del bene comune, nel rispetto della piena dignità della persona umana, dal suo concepimento fino al suo termine naturale, della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, della libertà educativa; nella promozione della libertà religiosa; nella rimozione cause di ingiustizie, disuguaglianze, discriminazioni, razzismo, violenze, fame e guerre. Una limpida testimonianza è chiesta ai cristiani che, nell'esercizio della politica, vivono il precetto della carità".

Il dialogo della Chiesa "ha un suo naturale interlocutore, infine, nelle religioni". "Il dialogo tra le religioni vuole essere un contributo alla pace, rifiuta ogni fondamentalismo e denuncia ogni violenza che si abbatte sui credenti, grave violazione dei diritti umani. Le Chiese di tutto il mondo sono vicine nella preghiera e nella fraternità ai fratelli sofferenti e chiedono a chi ha in mano le sorti dei popoli di salvaguardare il diritto di tutti alla libera scelta e alla libera professione e testimonianza della fede".

Nell'ultima parte, il Messaggio guarda alla Chiese delle diverse regioni del mondo e ad ognuna di esse rivolge parole di incoraggiamento. Ai cristiani dell'Asia "sentiamo di offrire una parola di incoraggiamento e di esortazione. Piccola minoranza nel continente che raccoglie in sé quasi due terzi della popolazione mondiale, la vostra presenza è un seme fecondo, affidato alla potenza dello Spirito, che cresce nel dialogo con le diverse culture, con le antiche religioni, con i tanti poveri. Anche se spesso posta ai margini della società, in diversi luoghi anche perseguitata, la Chiesa dell'Asia, con la sua salda fede, è una presenza preziosa del Vangelo di Cristo che annuncia giustizia, vita e armonia. Cristiani di Asia, sentite la fraterna vicinanza dei cristiani degli altri paesi del mondo, i quali non possono dimenticare che sul vostro continente, nella Terra Santa, Gesù è nato, è vissuto, è morto ed è risorto".

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Il testo integrale del Messaggio si trova in

http://www.vatican.va/news_services/press/sinodo/documents/bollettino_25_xiii-ordinaria-2012/01_italiano/b30_01.html

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