08/08/2008, 00.00
INDONESIA
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Migliaia di cristiani in piazza contro l’applicazione della legge islamica

di Mathias Hariyadi
Nella Papua indonesiana i cristiani si oppongono alla possibile introduzione della sharia. Il governo provinciale li rassicura, ma rimangono molti dubbi.

Jakarta (AsiaNews) – Protesta di piazza di oltre 3.500 cristiani a Jayapura, capitale della Papua indonesiana, contro l’introduzione della sharia, la legge islamica, nella regione.

La dimostrazione di alcuni giorni fa, organizzata dall’Indonesian Christian Communication Forum, si è svolta al grido di “Si alla Pancasila in Papua, No alla Sharia islamica”. La Pancasila, letteralmente i Cinque pilastri base, è l’ideologia ufficiale dello Stato fondata su principi democratici moderni quali la libertà di espressione e di religione. Di recente a Jakarta si discute se introdurre in Indonesia la sharia . I cristiani della provincia oppongono che Papua gode di una speciale autonomia normativa, che impedirebbe l’introduzione di una simile legge senza l’approvazione locale.

I manifestanti si sono diretti al palazzo del governo provinciale, dove Tedjo Suprato (che sostituisce il cattolico governatore Barnabas Suebu, in Messico per un viaggio d’affari) li ha rassicurati che la legge islamica non sarà adottata in Papua.

Alla manifestazione hanno partecipato 45 leader cristiani di Jayapura, che hanno criticato la speciale autonomia legislativa riconosciuta alla regione da 7 anni che – come ha detto i pastore Richard Paay - “non ha portato alcun significativo miglioramento della nostra vita”, né eliminato la grave povertà degli indigeni. Su un cartello si leggeva: Legge per l’autonomia regionale: una benedizione o un disastro?

“Miliardi di rupie – ha proseguito Paay – sono stati spesi per i poveri in questi anni, ma molti ancora muoiono per il cattivo stato della sanità. Ci chiediamo come siano stati usati questi soldi”.

La Papua indonesiana è ricca di risorse naturali e materie prime, come petrolio e oro. Il governo centrale discute la possibilità di “trasferirci” gente da zone molto popolate come l’isola di Java. Ma sono zone a maggioranza islamica e si teme che l’arrivo di questa popolazione possa alterare l’attuale situazione religiosa dell’isola.

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