30/10/2005, 00.00
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Militanti islamici rivendicano gli attentati di Delhi

India e Pakistan si accordano per aprire le frontiere del Kashmir, per aiutare le vittime del terremoto.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Il gruppo Islamico rivoluzionario (Islami Inqilabi Mahaz), uno sconosciuto gruppo di militanti del Kashmir ha rivendicato oggi la responsabilità delle esplosioni di ieri nella capitale indiana, che ha ucciso almeno 61 persone. Ad ogni modo, personale della sicurezza, negli attentati vedono la mano del gruppo pakistano fuorilegge Lashkar-e-Taiba (Esercito della Purezza) e un nuovo tentativo di bloccare il processo di pace fra India e Pakistan.

Domenica, membri dell'Islami Inqilabi Mahaz ha telefonato ad alcuni giornali nel Kashmir indiano affermando la sua responsabilità nelle esplosioni, minacciando  nuovi attentati in futuro.

Ieri le bombe sono esplose a pochi minuti l'una dall'altra, proprio mentre molte persone si affollavano nei mercati alla vigilia della festa indù del Diwali e della celebrazione musulmana dell'Eid (fine del Ramadan).

Delhi è in stato di allerta; la polizia controlla gli edifici principali della città e vigila nelle principali aree pubbliche.

Il Primo ministro Manmohan Singh si è rifiutato di indicare chi sono i sospettati autori degli attacchi. Egli ha detto che vi sono "alcuni elementi" che le autorità stanno studiando. Ma diversi giornali indiani accusano oggi lil Lashkar-e-Taiba o il Jaish-e-Mohammed (l'esercito di Maometto), due gruppi radicali con base in Pakistan.

Lashkar e Jaish sono entrambi furoilegge in Pakistan; ma vari esperti pensano che essi continuano le loro operazioni sotto nomi diversi. Jamat-ud-Dawa, ad esempio, un'organizzazione caritativa legata al Lashkar, è tuttora attiva nel Kashmir pakistano, offrendo aiuti alle vittime del terremoto di questo mese.

Lashkar e Jaish sono entrambe opposte al processo di pace fra India e Pakistan. Loro simpatizzanti accusano il presidente Pervez Musharraf di aver venduto il Kashmir - una regione a maggioranza musulmana - all'India.

Le esplosioni di ieri sono avvenute proprio mentre rappresentanti dei due governi discutevano ad Islamabad per aprire dei varchi sulla frontiera de-facto del Kashmir ed aiutare le vittime del terremoto. La decisione è stata annunciata poche ore dopo gli attentati. L'apertura dei varchi è vista come una  importante mossa per la pace fra le due nazioni che si combattono da decenni per il possesso del Kashmir.

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