23/09/2010, 00.00
SRI LANKA
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Millennium Goal: i successi dello Sri Lanka tra guerra civile e calamità naturali

di Melani Manel Perera
Al Summit sulla povertà Rajapaksa elenca i buoni risultati raggiunti dal suo Paese, grazie ai valori della tradizione buddista. In 17 anni il tasso di povertà è diminuito di 11 punti, mentre l’alfabetizzazione si attesta intorno al 97%.

Colombo (AsiaNews) – Al Summit sulla povertà dell'Onu terminato ieri a New York, lo Sri Lanka si presenta con le carte in regola per affrontare gli obiettivi del millennio. Parlando ieri davanti ai rappresentati dei 191 Paesi Onu, il presidente Rajapaksa ha elencato i successi raggiunti dallo suo Paese negli ultimi anni, nonostante 30 anni di guerra civile e il devastante tsunami del 2004.  

In 17 anni il tasso di povertà  è sceso di 11 punti, passando tra il 1990 e il 2007 dal 26,1% al 15%. Quello di mortalità infantile è invece il più basso dei Paesi dell’Asia del Sud, con 19 decessi ogni mille nascite e vince il paragone con l’India, Paese leader della regione, dove le morti sono 30 su mille.

Secondo Rajapaksa, i dati positivi sono dovuti ai programmi di sviluppo orientati a consolidare e accelerare il progresso socio-economico, attraverso misure di assistenza sanitaria gratuita e accesso all'istruzione, che al momento si attesta intorno al 97,5% e non prevede distinzioni di genere. Alla base del successo – secondo il presidente - vi sono i valori della tradizione buddista che guidano la pianificazione economica, tra tutti la compassione per i più deboli e un eguale trattamento tra uomini e donne.

A preoccupare Rajapaksa, che di recente ha aumentato i propri poteri con una modifica della costituzione, è la crisi economica globale. Secondo lui le recenti misure protezionistiche attuate dai Paesi ricchi riducono l'accesso alle risorse esterne e ai flussi di capitali privati, necessari per mantenere la crescita economica delle nazioni in via di sviluppo.

Presentando le nuove sfide dello Sri Lanka in vista del 2015, il presidente ha affermato: “Ogni crisi, pur costituendo una minaccia offre anche un'opportunità. Noi dobbiamo quindi risolvere questa situazione sfruttando l'opportunità offerta da questa nostra riunione e rafforzare le nostre relazioni per raggiungere gli obiettivi  necessari al raggiungimento  del bene comune”.

 

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