29/11/2011, 00.00
FILIPPINE
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Mindanao: giovani cristiani e musulmani contro la legge sul controllo delle nascite

A Basilan oltre 100 giovani del movimento interreligioso Silsilah si confrontano con il tema della aborto e della pianificazione familiare. Musulmani e cristiani contestano l’utilizzo di soldi pubblici per diffondere fra la gente una cultura contraria alla vita.
Zamboanga (AsiaNews) – Giovani cristiani e musulmani di Mindanao, dicono no alla controversa legge sul controllo delle nascite, da mesi in attesa dell’approvazione definitiva del parlamento. Oggi, circa 100 studenti dell’Interfaith Council of Leaders, gruppo nato all’interno del movimento per il dialogo interreligioso Silsilah, si sono incontrati a Basilan (Mindanao) per approfondire il tema dell’aborto e della pianificazione familiare come soluzione alla povertà. L’iniziativa avviene a un giorno dall’attentato contro l’ Asturias Hotel di Zamboanga, costato 3 morti e 27 feriti. L’esplosione è avvenuta durante la festa di matrimonio di una coppia cristiana. Secondo la polizia dietro l’attacco vi sono i terroristi islamici di Abu Sayyaf.

P. Sebastiano D’Ambra, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) a Zamboanga e fondatore di Silsilah, fa notare il desiderio di molti giovani di lavorare insieme, nonostante la paura, le diffidenze e il clima di tensione. Egli racconta che gli studenti musulmani che hanno partecipato all’incontro sulla legge di pianificazione delle nascite difendono la posizione della Chiesa, contraria alla politiche della legge che prevedono diffusione di preservativi, pillole abortive e sterilizzazioni forzate. “I ragazzi sono tornati molto entusiasti dall’incontro – sottolinea il sacerdote – questo è un segno importante, soprattutto in questo periodo in cui l’argomento è passato in secondo piano a causa del processo contro l’ex presidente Gloria Arroyo”.

Il dibattito sulla legge per la salute riproduttiva (Reproductive Health Bill) è in corso da quattro anni. Essa rifiuta l’aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare, invitando le coppie a non avere più di due figli, sanziona l’obiezione di coscienza di medici e operatori sanitari e favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira ha diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori cristiani.

In questi giorni, Edcel Lagman, fra i principali promotori della legge, ha invitato la Camera bassa a fermare le continue richieste di discussione del decreto e fissare una data per l’approvazione definitiva. Secondo fonti di AsiaNews questo è un modo per fare pressioni sul presidente Aquino, che da mesi continua a rimandare il voto della legge per non perdere il favore della Chiesa cattolica.

I cattolici contestano soprattutto gli eccessivi i fondi necessari per applicare i contenuti della legge, che ammontano a oltre 50 milioni di euro. Essi saranno destinati ai programmi di educazione sessuale in tutte le scuole del Paese, private e pubbliche, comprese le elementari. In un recente incontro organizzato a Manila dall’associazione dei giovani pro-life Youth United for the Philippines (YUP), alcuni esperti hanno sottolineato che il problema della povertà non si sconfigge facendo meno figli, ma sostenendo l’educazione, le imprese e le realtà associative che aiutano i poveri. Secondo loro, la cifra erogata dallo Stato per applicare il programma di pianificazione è una spesa inutile. Con tale importo si possono costruire più di 4mila aule scolastiche, finanziare le ricerche scientifiche di oltre 300mila studiosi, creare borse di studio per migliaia di studenti poveri e pagare gli stipendi di circa 13mila insegnanti. (S.C.)

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