13/12/2018, 23.17
CINA-VATICANO
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Mindong: mons. Guo Xijin, vescovo sotterraneo, lascia il posto a mons. Zhan Silu, ex scomunicato

Il passaggio di consegne avvenuto nell’albergo statale a Pechino, alla presenza di mons. Claudio Maria Celli. Papa Francesco avrebbe chiesto questo “sacrificio” a mons. Guo per salvare l’unità della Chiesa e per garantire la firma dell’accordo fra Cina e Santa Sede. Mons. Celli ha anche disposto il ritiro dell’anziano vescovo di Shantou, mons. Zhuang Jianjian.

Mindong (AsiaNews) – Mons. Vincenzo Guo Xijin, vescovo non ufficiale di Mindong, riconosciuto dal Vaticano, ma non dal governo e finora vescovo ordinario della diocesi, lascerà il suo posto di ordinario e lo cederà a mons. Vincenzo Zhan Silu, riconosciuto dal governo, e uno dei sette vescovi scomunicati che papa Francesco ha riaccettato nella comunione.

La notizia è stata data oggi da alcuni sacerdoti della diocesi. Secondo il resoconto di uno di loro, nel pomeriggio mons. Guo ha radunato i suoi sacerdoti per comunicare la nuova situazione in cui egli diviene vescovo ausiliare. Il prelato ritornava da un viaggio a Pechino, dove si è incontrato ieri con mons. Zhan e con mons. Claudio Maria Celli, a capo di una delegazione vaticana (v. foto). Mons. Celli ha presentato a mons. Guo una lettera firmata dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato, e dal card. Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide in cui chiedevano al vescovo sotterraneo di cedere il posto di ordinario a mons. Zhan. Sempre secondo il resoconto dei sacerdoti di Mindong, mons. Celli avrebbe detto a mons. Guo che lo stesso papa Francesco gli chiede questo gesto di obbedienza “e di sacrificio per la situazione generale della Chiesa cinese”.

Molti sacerdoti e fedeli laici sono rattristati da questa notizia. In passato, quando un vescovo ufficiale si riconciliava con la Santa Sede, e nella stessa diocesi vi era un vescovo sotterraneo, questi rimaneva come ordinario e l’altro, appena riconciliato, diveniva l’ausiliare. In questo caso è avvenuto il contrario.

In più, nel caso di Mindong vi è un grande squilibrio di forze: sugli oltre 90mila membri della diocesi, almeno 80mila appartengono alla Chiesa non ufficiale, serviti da 45 sacerdoti, 200 suore, 300 laiche consacrate e centinaia di laici catechisti. Il vescovo ufficiale Zhan conta di alcuni membri fra i fedeli e su 12 sacerdoti che servono in diverse parrocchie.

Secondo il resoconto ricevuto da AsiaNews, papa Francesco avrebbe espresso il suo grande apprezzamento per mons. Guo e gli avrebbe chiesto di continuare personalmente a prendersi cura pastorale per le parrocchie sotterranee, ma anche di trovare una certa integrazione con mons. Zhan Silu.

All’incontro di Pechino, mons. Celli ha anche comunicato che il vescovo sotterraneo di Shantou, mons. Pietro Zhuang Jianjian lascerà il posto al vescovo ufficiale Giuseppe Huang Bingzhang, anch’egli da poco riconciliato con la Santa Sede.

Ad ogni modo, la decisione di dare il posto di ordinario ai due vescovi ufficiali, molto apprezzati dal governo, sembra essere stata già un anno fa, in un altro viaggio a Pechino di mons. Celli. In quella occasione, mons. Celli avrebbe spiegato a mons. Guo che il papa stesso richiedeva questo suo passo indietro “perché altrimenti l’accordo [sino-vaticano] non può essere firmato”. Il papa temeva che senza l’accordo – sulle nomine episcopali – la Chiesa cinese sarebbe stata invasa da decine di vescovi illeciti, portando gravi conseguenze all’unità della Chiesa.

Alcuni sacerdoti di Mindong sottolineano che in questo modo, viene a morire la Chiesa sotterranea, dopo 40 anni di esistenza. Altri apprezzano l’estrema ubbidienza dimostrata da mons. Guo.

Secondo altri sacerdoti, con questo passo, il Vaticano avrebbe consegnato ormai la Chiesa nelle mani del governo. Va notato che l’incontro fra mons. Celli e i due vescovi di Mindong è avvenuto al Diaoyutai, uno degli alberghi dello Stato cinese per gli ospiti ufficiali.

Rimane ancora un punto: per poter esercitare il suo ministero episcopale in modo aperto, mons. Guo necessita l’approvazione del governo e del Consiglio die vescovi cinesi ufficiali.

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