09/02/2004, 00.00
thailandia
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Missione cristiana fra i musulmani del sud

Bangkok (AsiaNews) –  La popolazione thai è sempre più stupita delle violenze quotidiane nel sud della Thailandia. In un paese governato da una filosofia buddista di tolleranza, le morti causate dal fondamentalismo islamico sembrano minare lo stesso governo della nazione. Secondo testimonianze di alcuni sacerdoti, nel sud non si registrano problemi per i cristiani e vi è l'urgenza di educare i giovani.

Sabato 7 febbraio un ufficiale delle forze dell'ordine, Abdul Rahman Samanung (41 anni) è stato colpito a morte a Slungai Padi,  un distretto della Provincia meridionale di Narathiwat, a maggioranza musulmana. Venerdi 6 febbraio, due uomini della sicurezza sono stati uccisi; lo stesso giorno sempre a Slungai, due sconosciuti su un motorino hanno aperto il fuoco contro il sergente Panya Darahim (40anni); nei pressi della Provincia meridionale di Pattani è stato rinvenuto il cadavere del sergente Jetsada Thongampon, ucciso a casa sua. Due settimane prima sono stati uccisi un impiegato statale ed un poliziotto; un tempio buddista è stato dato alle fiamme. Il mese scorso sono stati uccisi tre monaci buddisti e due studenti musulmani.

Il governo thai attribuisce gli attacchi a militanti islamici separatisti . Secondo il Bangkok Post, gli attacchi sono da attribuire al gruppo Barisan Revolusi Nationale (BRN), che ha basi nascoste nella vicina Malaysia. Già negli anni '90 vi erano cellule islamiche fondamentaliste, smantellate poi dal governo. La serie di uccisioni non permette al governo di togliere la legge marziale nel sud, una richiesta avanzata dai leader musulmani della zona.

Le province meridionali sono abitate in prevalenza da musulmani, anche se in tutto il paese a maggioranza buddista (94,8%), i musulmani sono una  minoranza (4%) . I cristiani sono una minoranza ancora più infima (0,6%).

P.Gustav Roosens, salesiano parrocco di Yala, vive fra i musulmani del sud da 13 anni. "Non ci sono problemi fra cristiani e musulmani", dice ad AsiaNews. "Qui in Thailandia adesso si discute dell'economia del sud, della cattiva immagine dei musulmani, ma parliamo poco dei veri problemi che spingono alla violenza. Il vero problema del sud è che il 70% della popolazione vive nella povertà. Vi è molta disoccupazione e i giovani non ricevono nessuna educazione. La maggior parte di essi ha fatto appena le scuole elementari. Non c'è lavoro e molti di loro diventano soldati – ma accolti sempre come gente di seconda categoria. Essi si sentono esclusi e dimenticati da Bangkok". Questo permette "ai fuorilegge di avvicinare i giovani, fare loro il lavaggio del cervello e offrirsi come 'protettori' in cambio di qualche soldo". Quello che è necessario, secondo p. Roosens, è una struttura scolastica efficiente che permette ai giovani musulmani di trovare un lavoro: "vorrei poter aprire una scuola professionale per aiutare quei giovani".

La diocesi di Suratthani ha da tempo lanciato un programma pastorale che si concentra sull'educazione dei poveri.

La diocesi di Suratthani copre 15 province del sud;  4 di esse sono di grande attrazione turistica (Songkhla, Phanggna, Phuket, Krabi); 4 sono a grande maggioranza musulmana (Narathiwat, Pattani, Satun, Yala).(WK)

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