18/10/2016, 11.55
INDIA
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Mons. Barwa: Profondo dolore per i 20 morti nell’incendio dell’ospedale di Bhubaneshwar

di Nirmala Carvalho

Le fiamme sono divampate a causa di un corto circuito. Il monossido di carbonio ha invaso i reparti di dialisi e terapia intensiva e non ha lasciato scampo ai malati. L’impianto di aerazione ha contribuito a diffondere i gas velenosi. L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar prega per i familiari delle vittime.

Bhubaneshwar (AsiaNews) – Nella tarda serata di ieri un vasto incendio si è propagato nell’ospedale SUM di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa, invadendo di fumo e gas tossici i reparti di terapia intensiva e dialisi. In quel momento nei reparti si trovavano 105 pazienti (su un totale di circa 1.000 posti letto), 14 sono morti soffocati all’istante. Nella notte gli altri malati sono stati trasferiti in nove diversi ospedali della città e della vicina Cuttack. Stando alle ultime informazioni, nelle ore successive altri sei di loro sono deceduti a causa dei gas inalati e per le ferite riportate.  Mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, dice ad AsiaNews: “La Chiesa di Cuttack-Bhubaneshwar è profondamente addolorata per la perdita di vite umane. Questa tragedia causa sofferenze indicibili per le famiglie. I nostri pensieri, le nostre preghiere e la nostra più profonda vicinanza vanno alle famiglie, ai parenti e agli amici dei defunti”.

Secondo l’arcivescovo, la tragedia dell’ospedale “è la cosa peggiore che si possa mai immaginare per coloro che già soffrono per i propri cari malati. Siamo scioccati per questo disastro. È un momento davvero triste per Bhubaneshwar”.

Secondo le indagini, l’incendio è stato causato da un corto circuito. L’ospedale SUM è una struttura privata e la sua amministrazione ora è sotto inchiesta per negligenza. In base alle leggi indiane, gli ospedali sono classificati come strutture istituzionali, e pertanto hanno l’obbligo di dotarsi di equipaggiamento contro gli incendi.

Tathagata Satpathy, un parlamentare locale, ha parlato di “mancanza di un sistema anti-incendio e di una infrastruttura inadeguata”. I pompieri e i poliziotti accorsi sul luogo della sciagura hanno raccontato che una scintilla si è innescata nel reparto di dialisi, posto al primo piano. Gli infermieri hanno tentato di sedare le fiamme con due estintori, ma poi hanno desistito.

A quel punto l’incendio si è diffuso al secondo piano attraverso il controsoffitto e l’impianto di areazione. Il monossido di carbonio ha invaso le stanze della terapia intensiva, non lasciando scampo ai pazienti impossibilitati a muoversi. Un dipendente dell’ospedale ha dichiarato: “I condotti dell’aria condizionata hanno trasformato l’ospedale in un teatro di guerra, perché hanno contribuito a propagare il gas velenoso”.

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